09/09/2017

SCHERMO, SCHERMO DELLE MIE BRAME

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Quando, nel 1895, i fratelli Lumière mostrarono per la prima volta al pubblico parigino "L'arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat", il rapporto tra essere umano e schermo iniziò a prendere forma, cambiando per sempre l'esperienza percettiva della visione. Da anni ormai Mauro Carbone, professore di Estetica all'Università di Lione, si occupa della questione dal punto di vista filosofico (con "Sullo schermo dell'estetica" e il recente "Filosofia-schermi. Dal cinema alla rivoluzione digitale"), attuando una profonda riflessione su un'esperienza cognitiva che, col susseguirsi delle varie epoche, ha alterato il nostro modo di vedere il mondo. Oggi individuo e schermo sono visti come un organismo unico di comunicazione sociale, «noi conosciamo e comunichiamo con gli altri e con l'ambiente, specialmente quello delle città, attraverso degli schermi-protesi». Delle implicazioni antropologiche ed esistenziali di una simbiosi che si palesa quotidianamente tra touchscreen, maxischermi e «tecnologie indossabili», Carbone discute insieme a Patrizio Roversi e Stefano Catucci, filosofo italiano che insegna alla Sapienza di Roma.
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