08/09/2018

NIPOTI DELLA STORIA

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«Nonna dice che devo sapere che dimenticare è facile. Forse credo che non dimenticherò mai nulla, che ricorderò sempre tutto, ma non sarà così. Si possono dimenticare anche le cose più importanti, le migliori e le peggiori, il dolore più grande e la gioia più grande, tutto, proprio tutto. Mi guarda negli occhi e dice che l'oblio è come una maledizione che si posa sulle spalle di tutti, sulle mie, sulle sue, solo che sulle sue pesa di più». Nato in Romania da una famiglia ungherese, György Dragomán, una delle voci più autorevoli della letteratura europea contemporanea, vive in Ungheria dall'età di quindici anni. I suoi libri – da Il re bianco a Fiamme – uniscono alla memoria personale e familiare quella collettiva e storica – la persecuzione nazista, il comunismo, la dittatura di Ceauşescu, la violenza, le rappresaglie, le divisioni sociali –. Del suo paese, del futuro dell'Europa, della sua attività di narratore e traduttore dialoga con il giornalista e scrittore Wlodek Goldkorn.
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