IL CARTEGGIO GOETHE-SCHILLER, UN’AVVENTURA DEL PENSIERO
L'odissea romantica
«Di molte pietre l'amico / ti spedisce un esemplare, / presto in cambio gli darai / idee per mille volte tanto». Con questi versi Johann Wolfgang Goethe si rivolgeva sul finire del XVIII secolo all'allora trentenne Friedrich Schiller in una delle lettere che compongono il loro scambio epistolare, protrattosi per più di dieci anni e interrotto solo dalla morte di Schiller nel 1805. Il carteggio tra i "dioscuri" della letteratura tedesca, oltre che essere il segno di una sincera amicizia e di una profonda comunione spirituale, scandisce la gestazione di molte pietre miliari della drammaturgia e del romanzo (dalla trilogia di Wallenstein a Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister) e si configura come «la testimonianza più viva e compiuta della nascita e dello sviluppo di un ideale nel quale si incrociano grandi progetti letterari e riflessioni di amplissimo spettro sulla natura del lavoro creativo e intellettuale». I germanisti Maurizio Pirro e Luca Zenobi, curatori dell'edizione italiana di questo monumento della letteratura mondiale (Carteggio 1794-1805), ne parlano insieme alla giornalista Natascha Fioretti.