L’UMORISMO NON S’INSEGNA
Mario Monicelli diceva che il tratto distintivo della commedia all'italiana è «trattare con termini comici, divertenti, ironici, umoristici degli argomenti che sono invece drammatici». Può sembrare una cosa semplice, naturale, eppure è estremamente complicato. Stefania Bertola (Via delle Magnolie 11, Le cure della casa, Vento da est) è una scrittrice che ha sempre camminato alla perfezione su questo terreno accidentato e pensa che: «Se c'è proprio una cosa al mondo che non si può insegnare è l'umorismo. Ci sono bambini di quattro anni spiritosi, così, come bere un bicchier d'acqua. E la differenza è lampante, tra chi ci è e chi ci fa, tra chi cerca faticosamente la battuta di spirito e chi senza pensarci ti fa ridere». Per analizzare come oggi venga trattato il genere nella letteratura italiana, e della differenza tra questo e il comico spesso fine a se stesso, l'autrice e traduttrice torinese incontra lo scrittore e sceneggiatore Giampaolo Simi (Sarà assente l'autore).