CI SARÀ SEMPRE UNA CANZONE PER ME
Se anche il jazz avesse le sue vite parallele, quelle della baronessa Pannonica e della musicista Abbey Lincoln non sfigurerebbero appaiate come simboli di vitalità ed emancipazione. La prima, nata Rothschild, soprannominata Nica e raccontata dalla pronipote Hannah nella biografia La baronessa, alla fine della seconda guerra mondiale si innamorò della musica di Thelonious Monk e Charlie Parker, mollò marito e figli e si trasferì a New York, dove diede scandalo divenendo mecenate e animatrice della stagione d'oro dell'Hard bop. La seconda, la cui parabola artistica è ricostruita nella recente monografia Abbey Lincoln, si scrollò di dosso i cliché più riduttivi della cantante afroamericana, trasformandosi negli anni Sessanta in una voce di spicco del jazz d'avanguardia e delle lotte contro la segregazione razziale. I ritratti di questi due spiriti indomiti saranno al centro del dialogo tra i critici musicali Claudia Fayenz, Luigi Onori e Stefano Zenni.