TANTE CARE COSE, TANTE CARE CASE
La casa, come vero e proprio personaggio letterario, ha spesso abitato certa letteratura gotica e fantastica, basti pensare alla Casa Usher di Poe, alla Hill House di Shirley Jackson o alle numerose dimore misteriose che affollano da decenni il cinema horror. Michele Mari, con la sua «attitudine camaleontica nei confronti della scrittura» ha più volte utilizzato questa ambientazione (Asterusher, Leggenda privata, Fantasmagonia) per dare corpo alle manie e ossessioni che fungono da motore per la sua poetica, «spinta inevitabile allo stile» che utilizza per scavare tra ricordi autobiografici, a volte ironici, a volte traumatici. Per analizzare più a fondo il rapporto che ci lega agli oggetti di cui riempiamo le nostre abitazioni, Mari attinge alla propria memoria affettiva (Locus desperatus) e la trasforma in una favola grottesca sul potere del collezionismo, vera e propria ossessione nel novero delle ossessioni. Ne parla insieme a Lorenzo Alunni, antropologo e narratore.