GIARDINI DEL NORDAFRICA
Lo scorso aprile, a Marrakech, lo scrittore e botanico Umberto Pasti (Perduto in paradiso, Giardini e no) sedeva accanto al paesaggista americano Madison Cox durante le celebrazioni del centenario dell'incantevole giardino Majorelle, e in quell'occasione ribadì la sua volontà di trasformare in museo i giardini della sua casa di Tangeri e quelli del piccolo abitato di Rohuna, un angolo di paradiso affacciato sul mare. Tra farfugi, begonie, felci, iris e mimose africane, Pasti – innamoratosi del Marocco più di quarant'anni fa – porta avanti un progetto di salvaguardia delle specie spontanee autoctone, raccontando in parallelo, tra le pagine delle sue opere, di un mondo al contempo rurale e cosmopolita, modellato da stratificazioni di culture antiche. In dialogo con la scrittrice Elisabetta Bucciarelli, l'autore di Arabesco racconterà perché «un giardino non è uno spazio dedicato alla coltivazione di piante, ma un posto dove uomini, donne, bambini, animali vivono in cerca dell'armonia, tra loro e con gli spiriti della terra».