La parola che canta

rassegna
Il 2016 letterario si è soprendentemente concluso con l'assegnazione del premio Nobel a Bob Dylan. Con una decisione che non ha mancato di suscitare irritazioni e polemmiche, l'Accademia di Svezia ha inteso premiare la poesia che si fa canto, che erompe in musica per aprirsi al mondo. Tra parola e musica esiste un rapporto arcaico e necessario, che ha segnato profondamente la storia dell'umanità fin dai suoi primi passi e che si rinnova ogni giorno nella voce dei più ispirati artisti e in quelle anonime che salgono spontanee dalle strade di città e villaggi di tutto il pianeta.
Intorno a questo connubio che nei secoli è stato motore di arte colta e popolare, Festivaletteratura, insieme al Centro Internazionale d'Arte e di Cultura di Palazzo Te e il Museo Civico di Palazzo Te, ha ideato "La parola che canta", un'esplorazione in forma di festa dell'ininterrotto dialogo tra musicisti e poeti.
"La parola che canta" non si propone come un percorso storico in cui si illustra in modo puntuale e ordinato l'evoluzione di stili e forme della letteratura per musica o, viceversa, della scrittura musicale per la poesia e per il teatro. L'incontro tra parola e musica non si è infatti dato in modo definitivo, ma ha sempre trovato territori nuovi tra alto e basso, sacro e profano, pubblico e privato. "La parola che canta" non procede quindi seguendo una sequenza lineare di appuntamenti, ma cerca piuttosto di creare un microcosmo di suggestioni sonore continue, spesso apparentemente contraddittorie, senza stabilire un senso di percorrenza univoco.
Palazzo Te si è dimostrato subito la sede ideale per restituire la sensazione di incanto e di pienezza che accompagna l'esperienza della parola che si fa musica. Grazie alle sue sale monumentali, ai giardini, agli spazi segreti, la villa gonzaghesca offre la possibilità di più ascolti contemporanei, lasciando la libertà di farsi guidare dal proprio orecchio e dalla propria curiosità.

Palazzo Te si aprirà a "La parola che canta" giovedì 7, venerdì 8 e sabato 9 settembre dalle 18:30 alle 23:30. Al suo interno poeti, musicisti, studiosi, artisti di varia esperienza e formazione terranno conversazioni, performance, lezioni, piccoli concerti, letture, improvvisazioni felicemente disperse tra cortili e stanze affrescate.

Nella varietà della proposta complessiva, ciascuna area del Palazzo avrà una specifica caratterizzazione a seconda della propria sonorità, dell'apparato visivo e della sua specifica collocazione all'interno del complesso architettonico.
L'ampio giardino dell'Esedra ospiterà gli incontri di maggiore impatto spettacolare, le testimonianze di alcuni dei protagonisti della scena musicale, gli omaggi ad artisti che sono ormai parte del patrimonio identitario di intere generazioni.
La Sala Polivalente sarà il luogo dell'approfondimento storico e critico declinato nella forma dell'analisi dialogante o della lezione/spettacolo. L'arte del musicare la parola (o dello scrivere per musica) sarà scandagliata attraverso i differenti strumenti della critica stilistica, dell'antropologia, della linguistica, della storia del costume, dei cultural studies.
Nella Loggia delle Muse si cercherà di tornare alla purezza originaria dell'incontro tra poesia e musica, ponendo ogni sera a confronto la voce di un poeta con quella di uno strumento musicale. In un continuo gioco di assonanze, accostamenti ritmici, comuni intonazioni, la parola poetica si rivelerà nella sua nuda natura sonora.
Le sale monumentali del Palazzo si trasformeranno in vere e proprie stanze musicali. Tre stanze saranno dedicate ai generi che meglio esemplificano la stretta relazione tra poesia e musica: il madrigale, l'opera, il lied e - con un'accelerazione fino ai nostri giorni - la canzone d'autore. La Sala dei Giganti e l'Appartamento Segreto saranno affidate ad artisti contemporanei che giocano con il suono per trasformarlo in scultura o in elementi di reinvenzione dello spazio. Le sale dell'ala napoleonica saranno destinate alla fruizione di singoli brani musicali attraverso le postazioni del jukebox di "La parola che canta".