Nettel, Guadalupe
«Dietro i racconti di Guadalupe Nettel – ha scritto Andrea Bajani su Alias-Il Manifesto – si sente il magistero di Edgar Allan Poe e di Julio Cortázar». Nata a Città del Messico nel 1973, Nettel è oggi annoverata tra gli esponenti più interessanti della nuova narrativa latinoamericana; merito di una opera in prosa confluita in raccolte di storie brevi come Bestiario sentimentale e Petali, in cui ha sviluppato una poetica fatta di emozioni folli, incrinature della vita quotidiana, legami sorprendenti – e talvolta ossessivi – tra i viventi. È stata insignita di diversi riconoscimenti, tra i quali il Premio franco-messicano Antonin Artaud (2008), il Premio tedesco Anna Seghers (2009), il Premio de narrativa breve Ribera del Duero (2013) per la raccolta di racconti Bestiario sentimentale e il Premio Herralde per Quando finisce l'inverno. Nel 2020 è stato tradotto in Italia La figlia unica – vincitore nello stesso anno del Premio Cálamo –, «un romanzo che mette in scena tre maniere di essere donna al di là dei tabù sociali e tre diversi rapporti con la maternità: rifiutata, desiderata, subita»; nel 2023 è la volta del romanzo La vita altrove.