06/09/2002

GUARDA CHE LUNA


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Torino e la musica dei night, delle balere. Buscaglione, il primo jazz, le notti all'ultimo respiro. La malavita un po' inventata un po' sul serio e la fabbrica, laggiù, lontana, in sottofondo. La luna che si specchia in mari immaginati, il fumo di mille sigarette, whisky e donne - ah che donne! - dalle curve mozzafiato, ma solo raccontate. "Guarda che luna..." Enzo Pietropaoli: contrabbasso; Pietro Ponzo: clarinetto.
 Disegno luci: Maurizio Viani; tecnico suono: Roberto Bisognani; regia: Giorgio Gallione.

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Italiano
Guarda che fila! Il teatro Ariston si riempie in pochi minuti di un variegato pubblico, in cui si vedono giovanissimi, ma anche altri che Buscaglione se lo ricordano ancora vivo. Il sipario si apre e gli artisti sono rivolti verso la luna che sovrasta il palcoscenico. La musica inizia e in un istante la sala è rapita. Si crea un contatto tra gli attori e gli spettatori che incute trepidanti silenzi ed esplosioni di risate. La melodia accompagna le parole mentre Chopin lentamente si trasforma nel frastuono di una cinquecento L della quale gli ottoni sono accessori. Per due ore continua ininterrotto l'alternarsi di comicità e virtuosismi musicali, in cui da Bongusto si passa allo yodeln e poi a Mozart, senza soluzione di continuità. Solo l'esecuzione dei tre bis frena il torrente di applausi e poi i nove artisti si voltano nuovamente verso l'astro luminoso perché: «Bisogna guardare la luna, prima o poi scenderà».

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