06/09/2002

Gcina Mhlophe


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Drammaturga, poetessa, scrittrice per bambini, Gcina Mhlophe è un'artista di trascinante vitalità e di rara forza espressiva. Esponente di punta della tradizione dello storytelling africano, si è esibita nei principali festival teatrali americani ed europei, riscuotendo ovunque un enorme successo. Al Festival propone uno spettacolo dove canto, mimo e recitazione seguono un percorso espressivo multiculturale strettamente legato alla recente storia politico-sociale del Sudafrica. Introduce la performance Itala Vivan, esperta di letteratura africana.

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Una gestualità espressiva, la voce potente, un eloquio sciolto e un viso che ispira simpatia sono le arti di Gcina Mhlophe, 'storytelling', la cantastorie che ha portato a Mantova un pezzo d'Africa e che grazie alla magia delle parole vuole donare felicità. La stessa felicità che aveva provato da piccola quando la madre, in un gioco d'inverno dedicato alle faccende domestiche, aveva portato dal bosco del dolcissimo miele selvatico. La musicalità e il ritmo delle parole di questa «madre dei libri» (nome di una prozia che, seppur analfabeta, conservava in una piccola valigia qualsiasi foglio scritto e che sembra rivivere in Gcina) hanno raccontato la pioggia e l'arcobaleno, il ricordo del bellissimo giorno del favo, raccolto dalla madre ora scomparsa, per premiare i bimbi dei lavori loro assegnati, e la delicata favola della tartaruga "Fucadasi" e del perché tutti gli animali sono colorati ad eccezione della meschina iena. Dalle favole alla realtà: ne "I legami della memoria" Gcina rievoca l'apartheid, eliminato a fatica ma poi «gettato via», come può essere gettato in mare un vecchio cappellaccio; la speranza è che la stessa cosa accada per tutte le ingiustizie e sofferenze di uomini, donne e bambini che dovrebbero «volare via». Ogni brano recitato è stato sempre introdotto da Itala Vivan con equilibrio e sintesi encomiabile.

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