07/09/2002

SUL BORDO DELL'INFERNO. La guerra, i conflitti, il destino: la narrazione di fronte alle scelte estreme


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Wolff è da molti considerato il più accreditato erede di quella tradizione del realismo americano che parte da Hemingway e arriva a Carver. Ian McEwan, scrittore amatissimo dai lettori italiani, dialoga con lui su un tema centrale nell'opera di entrambi: basti pensare al McEwan di "Lettera a Berlino e Amsterdam", e al recente "Bordo dell'inferno" di Tobias Wolff. Conduce l'incontro Sandra Petrignani.

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Per due ore Ian McEwan e Tobias Wolff intrattengono il numerosissimo pubblico della Cavallerizza discutendo dell'inevitabile confronto che ogni scrittore vive con «la natura elusiva e mutevole del tempo», spaziando poi dalle tematiche legate all'infanzia fino ai problemi riguardanti lo stile. Emerge un raffronto tra due poetiche apparentemente diversissime che, nell'opinione di Sandra Petrignani, moderatrice dell'incontro, hanno però un punto di convergenza: il desiderio di certezze. Tra letture e reciproci rimandi, i due autori hanno analizzato le loro opere. In particolare "Espiazione", considerato il capolavoro dello scrittore inglese e "Il colpevole", l'ultimo racconto del professore californiano. Hanno inoltre espresso, sollecitati dal pubblico, alcune opinioni sulla situazione politica attuale, che li trovano in disaccordo con le decisioni guerrafondaie del governo americano. Tuttavia le risposte sono da cercare nei libri e nei ricordi, ad esempio dello scomparso Carver, caro amico di Wolff. A lui il pensiero che ha chiuso l'incontro.

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