05/09/2003

Elisa Springer con Frediano Sessi

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Elisa Springer, ebrea di origine ungherese, è sopravvissuta ai campi di concentramento. Trasferitasi in Italia subito dopo la guerra, ha deciso di dare testimonianza della sua esperienza solo a cinquant'anni di distanza. Da allora occupa gran parte della sua vita a raccontare la Shoah ai ragazzi, per spingerli ad agire nel presente in nome della giustizia e della vita. Autrice di "L'eco del silenzio. La Shoah raccontata ai giovani", incontra a Mantova lo scrittore Frediano Sessi.



L'evento 70 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente non era previsto l'intervento di Mario Bernardi.
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Italiano
Comincia con il silenzio la testimonianza di Elisa Springer, in ricordo di suo figlio morto due anni e mezzo fa. È un silenzio quasi religioso, che dura per ogni secondo di questo incontro, è un silenzio che per Elisa Springer dura da più di cinquant'anni. Ha dovuto impiegare molto tempo per uscire dal baratro mortale del silenzio delle persone che non credevano al suo racconto. Le ha ridato la vita il silenzio di quelli che la ascoltano, da suo figlio a quanti hanno creduto in lei, fino a noi che ascoltiamo commossi. Parla in piedi: le piace guardare in faccia le persone perchè prima, nel campo di concentramento, non poteva. Di fianco a lei, Sessi ci ricorda che la memoria non è solo un dovere, è una scelta: non ci può essere possibilità di memoria se non c'è azione civile per il presente. Non ci può essere futuro senza il ricordo del passato. Elisa Springer ci lascia un'eredità forse troppo grande, sicuramente inquieta. Noi la lasciamo con un lungo applauso, composto: un applauso fragoroso, come il silenzio.

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