11/09/2004

NON SOLO NEBBIA


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La nebbia descrive davvero bene l'atmosfera rarefatta e inquietante che aleggia nei romanzi di Eraldo Baldini ("Nebbia e cenere") e Valerio Varesi ("Il fiume delle nebbie"), ma mentre per Baldini, considerato lo Stephen King italiano, il clima si fa via via sempre più raggelante, nei gialli di Varesi con protagonista il commissario Soneri la soluzione rischiara anche la vicenda più intricata. I due protagonisti ne parlano con Bruno Gambarotta.

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Italiano
Non ci sono più i nebbioni di una volta: quelli su cui si poteva addirittura appoggiare la bicicletta. La nebbia è un articolo ormai in via d'estinzione. Eraldo Baldini e Valerio Varesi sono un filo preoccupati, se non altro perché la nebbia è la condicio sine qua non per l'atmosfera dei loro racconti. Loro sono cresciuti nella nebbia: si sono nutriti con nebbia. La loro infanzia si perde nella campagna avvolta di bianco, quando non sai più dove mettere i piedi. Si parla della nebbia fitta, tanto fitta da sembrare quasi viva, che è cattiva come solo i bambini sanno essere: non ha scrupoli. È come piccola e densa rugiada, una spessa galaverna che nasconde le piccole e profonde paure che proviamo da piccoli. È come una canna fumaria che racchiude un traffico segreto di esseri amorfi e mostruosi: strani personaggi capaci di strangolare chi passa con budella di pollo. L'unica possibilità che dona la nebbia è di sentirne i rumori. Bisogna solo stare attenti, non importa se ad occhi chiusi o aperti. Soprattutto, grandi o piccini, bisogna fare i bravi: altrimenti arriva la Borda, che ti prende e ti porta via.

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