12/09/2004
GIOCARE E CAMMINARE COME PRATICA PROGETTUALE
2004_09_12_213
Una nuova generazione di progettisti italiani si è presentata sulla scena nazionale e internazionale, non per affermare un nuovo stile ma per attivare nuove forme di partecipazione e di intervento sul complesso paesaggio metropolitano. Alberto Iacovoni, membro del gruppo Ma0, riflette sulla pratica del gioco come diversa forma di relazione creativa e sociale; Francesco Careri, membro del gruppo Stalker, vede nella pratica del camminare, dell'attraversamento nomade e consapevole della città e dei suoi paesaggi un modo di tornare a parlar con il mondo ascoltandone i toni più profondi. Che sia questo un modo migliore di progettare il futuro? Ne discutono insieme all'architetto Luca Molinari.
L'evento 213 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente il suo svolgimento era previsto presso Palazzo D'Arco.
L'evento 213 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente il suo svolgimento era previsto presso Palazzo D'Arco.
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Italiano
Palazzo della Ragione, «giocare e camminare come pratica progettuale». Intervengono Francesco Careri, fondatore del Laboratorio di Arte Urbana Stalker, Alberto Iacovoni, architetto e, come mediatore, Luca Molinari docente di Teoria della Progettazione della facoltà di Architettura II di Napoli. L'incontro parte dalle presentazione dei testi "Constant, New Babylon una città nomade" e "Walkscapes" di Careri e "Playzone" di Iacovoni. Il gruppo Stalker, di cui Careri e Iacovoni fanno parte, trova le sue radici nelle pratiche ludiche Situazioniste di deriva urbana e nella psicogeografia. Da questo tipo di esperienze parte, nel quartiere Corviale a Roma, un progetto che consiste in uno studio delle periferie per indagandare i vuoti, le aree di appropriazione spontanea strappate all'urbanistica, e realtà che si costruiscono da sole. La loro è un'architettura relazionale, non immobile, adattabile, ludica che combatte e tende a far svanire se stessa.