09/09/2005

DUE DESTINI FEMMINILI NELLA DITTATURA


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L'esperienza della totale mancanza della libertà in due storie esemplari: quella di Nadeda Chazina, moglie di Osip Mandel'tam, intellettuale anticonformista, uno dei più grandi poeti del Novecento rinchiuso nel Gulag nel 1938, e quella di Margarete Buber Neumann, militante comunista nella Germania di Hitler e compagna di un dissidente nella Russia di Stalin. Elisabetta Rasy, in "La scienza degli addii", ha raccontato l'impegno di Nadeda per preservare dall'oblio le opere del marito; Frediano Sessi, in "Prigioniera della storia", ha ripercorso l'incredibile vicenda della Buber Neumann tra campi di rieducazione sovietici e lager nazisti. Intervista i due autori Carlo Saletti, della Società Letteraria di Verona.

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Italiano
Gli elementi che accomunano "La Scienza degli addii" di Elisabetta Rasy e "Prigioniera della storia" di Frediano Sessi vanno ben oltre le testimonianze delle protagoniste: Nadeda Mandel'tam - moglie del poeta Osip' - e Margarete Buber Neuman. Entrambi partono da un'indagine accurata delle fonti ed antrambi vogliono dare un contributo ad una ricerca storiografia che in Italia è trascurata da almeno 60 anni: la testimonianza al femminile. Nel caso delle protagoniste dei due lavori la loro denuncia dei totalitarismi è resa attraverso una testimonianza di resistenza che offre anche un significato politico: quello dell'assunzione su di sè non solo della responsabilità delle proprie esistenze, ma anche delle esistenze altrui rendendo in tal modo testimone non solo colui che vede e vive, ma colui che comprende e trasforma il comprendere in azioni positive.

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