08/09/2006
Javier Cercas con Bruno Arpaia
2006_09_08_114
L'amicizia virile, la scrittura come salvezza, ma anche l'opaco intreccio di sentimenti che la guerra muove nell'uomo. Questi i temi dei romanzi dello spagnolo Javier Cercas: del bestseller "I soldati di Salamina" - che lo ha imposto all'attenzione del pubblico -, come del più recente "La velocità della luce". Cercas ha il dono di scrivere storie «sulle ali di una tensione quasi da noir, di un'apparente leggerezza che però non ha paura di affrontare temi fondamentali della nostra esistenza», come ha scritto Bruno Arpaia, suo interlocutore in questo incontro.
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Il duetto di Javier Cercas con Bruno Arpaia è stato un gustoso evento caratterizzato da un ritmo incalzante e da una incredibile varietà di temi affrontati. L'autore di "La velocità della luce", primo romanzo successivo al successo globale "I soldati di Salamina", ha parlato a viso aperto della Spagna e di se stesso, che poi nei suoi romanzi formano un tutt'uno. Per usare una sua stessa felice definizione, i suoi sono romanzi d'avventura sull'avventura di scrivere romanzi, perché spesso e volentieri anche i personaggi hanno nomi di persone reali, incluso il protagonista dell'ultimo lavoro che porta il suo stesso nome e racconta esperienze che egli stesso ha vissuto. Però, come ha notato Arpaia, in questo dittico è proprio il secondo testo che porta una ventata di pessimismo, mentre il primo trasmetteva più gioia di vivere. La spiegazione la offre Cercas stesso: la letteratura ci dà solo l'illusione di capire la vita, ma non è detto che sia sempre così, e anzi, citando Kafka ha aggiunto che i libri migliori sono quelli che ci fanno male, che cambiano il nostro modo di vedere la vita.