Cercas, Javier
«Io sono tra coloro che credono che la finzione superi sempre la realtà, ma la realtà è sempre più ricca della finzione». Catalano, classe 1962, Javier Cercas intraprende sin da giovane la carriera giornalistica e dagli anni Ottanta del Novecento si dedica a tempo pieno alla narrativa. Collabora abitualmente all'edizione catalana di El Pais e al supplemento culturale del giornale. La pubblicazione, nel 2001, di Soldati di Salamina gli è valsa un vasto seguito internazionale e la stima di scrittori del calibro di Mario Vargas Llosa, con varie ristampe in madrepatria e la traduzione in quindici lingue straniere. Il romanzo, ambientato in Spagna alla fine della Guerra civile, ha come protagonista l'intellettuale falangista Rafael Sánchez Mazas, tra i massimi ispiratori del franchismo. Nell'opera giungono a maturazione alcune peculiarità della narrativa cercasiana, prima tra tutte la costante mescolanza tra fatti storici realmente accaduti e ossessioni autobiografiche, con un reiterato ricorso a meccanismi metanarrativi. Oltre a Soldati di Salamina, Cercas è autore del libro di racconti Il movente e di altri romanzi, tra i quali L'impostore (2015), Il punto cieco (2016), Il sovrano delle ombre (2017) e il thriller Terra alta (2020), «una storia avvincente, che cattura il lettore dalle prime pagine, e allo stesso tempo scuote profondamente le coscienze» (El Cultural). Da un dialogo con Bruno Arpaja, nel 2013, è nato L'avventura di scrivere romanzi, un libro-intervista sui metodi e gli spunti di riflessione che animano il suo mestiere di scrittore.
(foto: © Festivaletteratura)