09/09/2006

METRICA DELLA MEMORIA


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«La scelta dei temi, che sono temi storici metaforici e la scelta di questo tipo di linguaggio che è (...) una scrittura su altre scritture, è quello che distingue lo scrittore, del mio tipo, impegnato con la storia, impegnato con le vicende della società e d'altra parte anche uno scrittore di tipo sperimentale, molto attento alla forma». Vincenzo Consolo si confronta con il giornalista Pietro Cheli sulle scelte stilistiche e di poetica di un lungo percorso letterario, che parte da "Il sorriso dell'aprile" e arriva al recente "Oratorio".

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Italiano
Un corpus di opere che sta tutto (salvo dimenticanze) in uno zainetto, una scrittura muscolare. Così Pietro Cheli ha presentato Vincenzo Consolo al pubblico di Mantova raccolto nel Chiostro di Santa Paola. Con la modestia che sanno avere solo le persone animate da una profonda passione intellettuale, il vice-decano della letteratura italiana ha parlato del suo percorso personale e letterario. Esule nella vita e nella scrittura, le sue opere attingono alla memoria: storica, linguistica e letteraria. Sceglie epoche passate per rappresentare i mali del presente. Esplora dizionari ottocenteschi alla ricerca di parole che possano esprimere i suoi temi musicali interni, nell'unione di significante e significato. Per sottrarsi all'infinito presente in cui ci obbligano a vivere i 'religiosi' politici, per Consolo c'è solo la memoria. L'uomo senza umanità è cavo. Nei momenti di regressione, lo scrittore che non ha più un lettore, dalla cavea si ritira verso il coro. E la prosa diventa poesia. I libri di Consolo vanno letti ad alta voce.

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