Consolo, Vincenzo
Persona
Vincenzo Consolo al Festivaletteratura 2006 ©Festivaletteratura
Vincenzo Consolo, nato nel messinese nel 1933 e spentosi a Milano, dove risiedeva da oltre un trentennio, nel 2012, è considerato uno tra i maggiori narratori italiani di questo ultimo ventennio. Dopo gli studi di diritto, si è dedicato alla letteratura. Ha esordito nel 1963 con "La ferita dell'aprile", ma si è pienamente rivelato al grande pubblico con "Il sorriso dell'ignoto marinaio". Ha vinto il Premio Pirandello per il romanzo "Lunaria" nel 1985, il Premio Grinzane Cavour per "Retablo" (1988), il Premio Strega ("Nottetempo, casa per casa", 1992) e il Premio Internazionale Unione Latina ("L'olivo e l'olivastro", 1994), il Premio Internazionale Unione Latina gli è stato attributo nel 1994 per l'insieme della sua opera. I suoi libri sono stati tradotti in francese, tedesco, inglese, spagnolo, portoghese, olandese, rumeno. È un autore sui generis perché non ha scritto romanzi, convinto com'era «che non si possono scrivere romanzi perché ingannano il lettore», ma prediligeva una narrazione orientata verso la poesia, alla ricerca estenuante del potere rivelatore della parola. È una prosa che si eleva a poesia ricca com'è di figure retoriche tipiche della poesia: allitterazioni, assonanze, paronomasie.
Vincenzo Consolo has been living in Milan for about thirty years and is considered one of the most important Italian novelists of the last twenty years. After his studies in law, he devoted himself to literature. His first book, "La ferita dell'aprile", was published in 1973, but he really became successful with "Il sorriso dell'ignoto marinaio". With "Nottetempo, casa per casa", he was awarded the 1992 prestigious Strega Prize. In 1994 he won the Latin Union International Prize for his complete works. His way of writing is very peculiar: he doesn't write novels because, according to him, they deceive the reader; he prefers, instead, a kind of writing similar to poetry, in an exhausting search for the revealing power of words. His prose is as rich as poetry, full of rhetoric figures: alliterations, assonances, paronomasias. His books often deal with history, particularly Sicilian history. He also wrote essays and a tragedy, "Catarsi".