07/09/2007

IN VIAGGIO CON LEVI


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Marco Belpoliti e Davide Ferrario hanno realizzato insieme un film che ripercorre il viaggio narrato da Primo Levi ne "La tregua". Durante la lavorazione, "La strada" di Levi è diventato subito qualcosa di più: un'occasione per riflettere su un periodo di passaggio (che va dalla caduta del Muro alla caduta delle due Torri) simile per certi versi a quello di "La tregua"; e un modo più diretto di avvicinarsi a Levi. Di questa esperienza, raccontata da Belpoliti nel libro "La prova", i due autori del film parlano con Bruno Gambarotta.

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Italiano
L'atmosfera che si respira sulle sponde del lago insieme a Marco Belpoliti, Davide Ferrario e Bruno Gambarotta, sembra proprio quella di "La tregua", con momenti divertenti alternati a profonde riflessioni. "La tregua" è uno stato mentale di sospensione temporale e permette di vedere le cose e le persone senza preconcetti ideologici, quasi si stesse osservando dal punto di vista antropologico. E Levi, in questo suo descrivere fatti e personaggi, agisce un po' come un antropologo. Belpoliti e Ferrario nel loro "In viaggio con Levi", opera cinematografica che ripropone ai nostri giorni il viaggio che fece Primo Levi dopo la liberazione dal campo di prigionia per tornare a casa, hanno cercato di fare anche loro questo. Nel film appare quindi un ritratto dei paesi ex comunisti particolarmente interessante, con aneddoti a avventure che portano sempre inevitabilmente a riflettere sulla realtà. Degli episodi della vita di Levi, in cui fu coinvolto anche Gambarotta in quanto suo vicino di casa, Belpoliti e Ferrario ricordano come lo scrittore fosse «un vero scrittore, capace di leggere la modernità fuori dall'ideologia» e spiegano come il sentimento della 'vergogna' sia veramente per Levi «l'ombra tra l'idea di se stessi e la realtà». Una idea talmente opprimente che forse non permise mai allo scrittore di reintegrarsi nella società ritrovata dopo "La tregua".

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