05/09/2008

VENT'ANNI DI SCRITTURA DA VIANDANTE


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Pino Cacucci scrive da vent'anni. I suoi libri ci parlano degli incontri con personaggi famosi e con anonimi frequentatori di bettole e osterie; dell'amore per i ribelli e per tutti coloro che combattono per l'utopia; della sua passione civile, che guarda al sud del mondo prostrato dalle ingiustizie sociali ma anche al nostro Paese e a Bologna, la città in cui Cacucci vive. Di tutto questo e di altro ancora l'autore di "Un po' per amore e un po' per rabbia" parla con il conduttore radiofonico Massimo Cirri.

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Italiano
Per tutti noi Pino Cacucci è il Messico, è questa l'equazione che lo perseguita da quando, ormai vent'anni fa, iniziò a dividere la sua vita tra Bologna e Città del Messico. Scrittore, traduttore, giornalista, ma soprattutto viaggiatore, sono queste le anime di Cacucci che Massimo Cirri esplora insieme a noi, durante uno degli eventi sicuramente più spassosi del festival. Le risate infatti la fanno da padrone. All'inizio il bersaglio è il clima di Mantova, secondo Cacucci addirittura peggio di quello delle foci dell'Orinoco, ma più la discussione prosegue più le risate si fanno caustiche e critiche, senza risparmiare nessuno, dal DAMS di Bologna, parcheggio per giovani disoccupati, a «gli italiani fattoni che si perdono nel deserto per cercare dei peyote», fino a Giovanni Paolo II, mai perdonato da Cacucci per la sua politica di prepensionamento di parroci, sacerdoti e addirittura vescovi, che ha contribuito all'ingresso nel tessuto sociale sud americano di tutta una serie di dubbie sette evangeliche. Il pubblico applaude, e si vede, negli sguardi e nei sorrisi annuenti del pubblico, che noi, poveri italiani in una barca che affonda, abbiamo proprio bisogno di ridere.

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