05/09/2008
L'IMPROBABILE CHE CI ATTENDE
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Nelle nostre azioni quotidiane ci facciamo guidare dall'esperienza: quello che è già accaduto - e che continua ad accadere - orienta le nostre scelte. Eppure finisce sempre che è il verificarsi di eventi altamente improbabili a segnare il corso della storia. Basti pensare - senza andare troppo indietro nel tempo - all'11 settembre. Secondo Nassim Taleb, docente di Scienze dell'incertezza alla University of Massachusetts e autore di "Il cigno nero", è venuto il tempo di dare più peso al caso. Lo incontra Luca De Biase.
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Nel Cortile del Museo Diocesano Luca De Biase intervista Nassim Nicholas Taleb. Una musica di sottofondo accoglie i numerosi spettatori, che troveranno sulle poltroncine blu una copia di "Nòva", l'allegato del "Sole 24 Ore". De Biase introduce il professore americano parlando dell'imprevedibilità della nostra epoca e della paura che incute sapere che la certezza è cosa ben rara. Solamente la capacità di cogliere l'imprevisto potrebbe essere l'inizio della soluzione. Il libro di cui parla, "Il cigno nero", è divertente, nonostante la tematica non sia facile da affrontare con ilarità. È un argomento fondato sulla pura epistemologia, affrontato in modo innovativo. Taleb parla in inglese, affermando che riesce a dire qualche parola in italiano solo con l'ausilio di qualche bicchiere di spumante «made in Italy». Definiamo cigno nero un evento altamente improbabile: la nostra natura, la voglia innata dell'uomo di spiegarsi ogni cosa, ci spinge a costruire delle motivazioni che rendono quell'evento meno casuale di quanto non sia nella realtà. Trascuriamo la novità per dare voce all'archivio della nostra conoscenza, archivio che non siamo bravi a gestire. Le inchieste di Taleb spaziano ampiamente: dalla finanza alla medicina, dalla storia all'economia, e conducono a risultati interessanti e sorprendenti. Le scoperte casuali portano subito allo sviluppo e, solo dopo, vengono assunte dalla scienza. E il futuro? Battisti e Mogol ci forniscono la migliore risposta: «lo scopriremo solo vivendo!». Simpaticissimi gli interventi del pubblico e le risposte di Taleb.