10/09/2009
Walter Bonatti con Roberto Mantovani
2009_09_10_050
«Non avevo i cosiddetti 'mezzi per imparare', ma soltanto quel febbrile entusiasmo, quell'istinto prepotente che mi chiamava alla montagna e che valeva almeno quanto il mio fisico sano e ben preparato dagli esercizi atletici praticati fin da ragazzo». Per chi ha curiosato tra le pagine di vecchie riviste in cerca di scalatori avvolti nella leggenda, o di fotografie che testimoniassero imprese ai limiti delle possibilità umane, Walter Bonatti non è solo un'istituzione dell'alpinismo estremo, ma il simbolo di un amore per la montagna che continua a trasmettersi di generazione in generazione. Incontra l'alpinista bergamasco il giornalista e scrittore Enrico Camanni, direttore della rivista internazionale di cultura alpina "L'Alpe".
L'evento 050 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente era prevista la presenza di Enrico Camanni, sostituito successivamente da Roberto Mantovani.
L'evento 050 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente era prevista la presenza di Enrico Camanni, sostituito successivamente da Roberto Mantovani.
English version not available
Italiano
Un applauso intenso e commosso ha accolto sul palco del Seminario Vescovile l'ingresso di Walter Bonatti. Introdotta da Roberto Mantovani, giornalista e storico dell'alpinismo, quella di Bonatti è una figura mitica che con le sue imprese, dall'immediato dopoguerra alla metà degli anni '60, ha inciso profondamente sul modo di intendere il rapporto con la montagna e con la natura in generale: dalle prime leggendarie imprese sulle più importanti cime europee, alle grandi spedizioni internazionali, per intraprendere, dopo il 1965 e la solitaria invernale sulla parete nord del Cervino, un nuovo capitolo della sua intensa attività, dedicata ai viaggi esplorativi e alla divulgazione. «La curiosità, il sogno, la fantasia sono state le basi di ogni mia impresa», ha dichiarato Bonatti, aggiungendo che «la montagna è stata una religione, una lezione di vita, dura ma necessaria», un'opportunità «per scoprire noi stessi». E ancora le riflessioni, sul senso delle sfide, sulla paura, sull'etica del rapporto dell'uomo con la natura, per chiudere infine con il coinvolgente racconto di episodi e aneddoti di una vita all'insegna dell'esplorazione, sollecitati dalle attente domande del pubblico.