12/09/2009

L'INQUIETA SPERANZA DELLA PAROLA


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«Non c'è dubbio che quando leggiamo le parole di un testo le riempiamo della nostra esperienza. (...) Leggendo, calati nella logosfera del testo, ci si può persino sentire, a occhi aperti, immersi in un sogno più vero e più vivo della realtà circostante. E tuttavia questo spazio sono io a costruirlo, per animarlo lo reinvento di continuo partecipando del suo movimento nello specchio attivo dell'immaginazione». Per riprendere idealmente il discorso interrotto lo scorso anno al Teatro Bibiena, Ezio Raimondi torna a Festivaletteratura. L'autore di "Un'etica del lettore" e di molti e fondamentali volumi di critica letteraria parla con Elia Malagò delle proprie letture e riletture.

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Italiano
11:30, Chiesa di San Maurizio. La scrittrice e poetessa Elia Malagò introduce le riflessioni di Ezio Raimondi, uno dei nostri maggiori critici letterari. «Ezio era un po' scettico nel ripetere il nostro incontro che già aveva avuto luogo l'anno passato» dice Elia. Poi alza la testa, vede la navata della chiesa gremita ed esclama: «Forse si sbagliava!». Si parla dunque di ripetizione, delle qualità terapeutiche e balsamiche dell'atto del ripetere. E se la ripetizione concerne la letteratura allora si parla di «rilettura», questo va da sé. Non un elogio, né una fredda apologia del rileggere, ma una vera e propria lezione pragmatica, una lezione di vita. «La vera lettura è una rilettura» dice spesso Raimondi interrompendosi e citando Nabokov. Un sottile sì all'atto del leggere che sottintende un ampio sì alla vita. Ogni vero gesto, ogni parola, ogni amicizia va infatti messa alla prova con la ripetizione se la si vuole veramente caricare di senso ed arricchire di forze. Approfondimento evento 133 Un numeroso pubblico è venuto ad accogliere per il secondo anno consecutivo Ezio Raimondi, questa volta nella Chiesa di San Maurizio. «Il professore» esordisce Elia Malagò, «fino a dieci minuti fa, ancora si stava chiedendo se valesse la pena ripetere l'incontro», ma l'affluenza all'evento sembra averlo convinto. Il tema principale è relativo al saggio di Raimondi "Il senso della letteratura" e lo scopo della sua lezione è proprio questo: raccontare come e a cosa serve leggere e rileggere un testo, in quanto un'opera letteraria è una riserva di senso, un serbatoio da cui non si finisce mai di attingere, e molte volte è la rilettura stessa che decide il significato di un testo. Non manca, ovviamente, un importante riferimento al lettore, che per essere davvero tale deve essere attivo e collaborativo, entrare in contatto con il testo e instaurarvi un rapporto profondo, portare nell'opera le sue esperienze, ma allo stesso tempo interrogarsi grazie ad essa. Un rapporto, insomma, di reciproco scambio tra opera letta e lettore, ma attenzione, perché, rammenta Raimondi: «I libri sono tutti possibilità di esperienza, non dogmi o verità rivelate». Dopo questa prima parte di discorso generale, il professore si dedica ad un'opera in particolare: "Fuoco Pallido" di Vladimir Nabokov. Ne parla perché, coerentemente col tema dell'evento, in questo romanzo il lettore viene a trovarsi in una continua sfida, in un gioco di specchi in cui immaginazione e mondo reale si confondono. Due minuti di applausi per Raimondi che, in una lunga ma intensa lezione, riesce ancora una volta ad avvicinare il suo pubblico ai misteri delle opere letterarie e, soprattutto, della lettura. Citazioni: «La parola letteraria è quella che non si consuma» «Il lettore non è un turista del libro, ma una sorta di pellegrino» «Una lettura vera è come un dialogo che si propone» «Il lettore deve avere la passione dell'artista e l'intelligenza dello scienziato» «La letteratura parla di un'altra vita che diventa anche la nostra, e così la nostra posizione si raddoppia» «La letteratura è modesta, ma insieme ambiziosa»

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