12/09/2009

PERCHÉ LEGGERE


2009_09_12_158
dai 13 ai 99 anni

Sembra una domanda banale, ma non lo è e tantissime sono le risposte possibili. Nel corso della vita di ogni singolo lettore, a seconda dell'età, del sesso, degli interessi, della situazione sentimentale e del tempo che fa si decide che cosa leggere. Riusciranno la scrittrice e lettrice Anne Fine ("Mrs Doubtfire"; "Qualcosa in comune") e l'autore di "Librobus - Cosa e come leggere in autobus", con l'aiuto del pubblico e di Simonetta Bitasi, a raccoglierne abbastanza per stendere la bozza per un manifesto universale del piacere di leggere?

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«Leggere, perché?» Chiedeva oggi alle 17.15 in Piazza Virgiliana Simonetta Bitasi, animatrice dell'evento con Anne Fine e Luciano Comida. E poi: perché vale la pena non leggere? I motivi sono stati elencati sulla lavagna. «Non ho tempo» («gettate il cellulare», dice la Fine), «I libri fanno dormire, creano dipendenza, alcuni sono noiosi, è difficile sceglierli». Comida spiega: «Quando i bambini dicono che i libri sono noiosi, io rispondo che neanch'io leggo i libri che mi annoiano». E per la scelta, Fine ci spiega come per le grandi case editrici sia molto più semplice concentrarsi sulle serie, spesso scritte in modo povero. Si sceglie un soggetto, come una storia d'amore tra vampiri adolescenti, e ne escono cinque, sei romanzi. Provate a far leggere di seguito a un bambino sei libri scritti male: i bambini non hanno la capacità di scegliere che possono avere gli adulti. Altre scuse, come la solitudine della lettura, non servono più, visto il grande successo che provano in Gran Bretagna i Club di Lettura, dove una quindicina di persone propongono un libro e s'incontrano un mese dopo per parlarne.
Per Anne Fine leggere aiuta a conoscere sé stessi, a non ripetere gli stessi errori.
Tra gli assistenti, c'è la madre che ha scoperto la lettura leggendo al figlio, come fosse una coccola. E la donna di campagna che confessa di aver dovuto nascondersi per leggere, come per fumare: «I miei genitori la consideravano una perdita di tempo». Più serie le parole di Comida: «Tutte le dittature hanno vietato i libri».
E leggiamo, dunque!

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