07/09/2011
Martin Suter con Piero Dorfles
2011_09_07_011
Premiato nel 2004 dalla sua casa editrice per aver superato il milione di copie vendute, Martin Suter è forse lo scrittore svizzero vivente più letto nel mondo. Spesso accostato in patria a Friedrich Dürrenmatt, Suter nei suoi romanzi ("Com'è piccolo il mondo"; "L'ultimo dei Weynfeldt"; "Allmen e le libellule") affronta il tema della menzogna come collante delle relazioni umane. Con una prosa impietosa e divertita, l'autore svizzero smaschera le ipocrisie di una società avida, fatta di arrivisti, traditori, falliti, in cui il perbenismo copre azioni meschine e pulsioni spesso inquietanti. Lo incontra il giornalista Piero Dorfles.
Con il contributo dell'Istituto Svizzero di Roma.
Con il contributo dell'Istituto Svizzero di Roma.
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«Com'è piccolo il mondo!». A dirlo è il protagonista delle pagine di Martin Suter, autore svizzero, quando incontra una persona che sa di dover conoscere, di cui però non ricorda il nome a causa della cattiva memoria. Questo scrittore professionista, che secondo il giornalista Piero Dorfles «scrive con grande rafinatezza», prende il tempo di riflettere e di scegliere le parole prima di rispondere. Nel cortile del Palazzo Aldegatti ha presentato i suoi libri, che trattano tutti dello stesso tema: l'identità. «Ciò che m'interessa è la domanda chi siamo e quella successiva, chi possiamo diventare» ha spiegato l'autore. In effetti, i suoi libri ruotano attorno alla borghesia svizzera, con protagonisti che cambiano vita, ma non per una loro scelta. Martin Suter sottolinea il fatto che non fa critiche al suo paese a tal proposito, ma che esse emergono perché ama il realismo, i dettagli precisi.