08/09/2011
LA BELLEZZA DENTRO E FUORI. Dialogo tra neuroscienze e psicologia
2011_09_08_053
Gli sviluppi più recenti della ricerca sul sistema cervello-mente e sull'esperienza estetica ci aiutano a comprendere come emerge la bellezza nel comportamento umano. Sia nella cura di sé che nel rapporto con l'esterno, dall'attenzione all'arte e al paesaggio in cui viviamo, noi esseri umani ci riconosciamo come una specie naturalmente creativa che genera in continuazione se stessa e il proprio mondo. Ugo Morelli ("Mente e paesaggio. Una teoria della vivibilità") e Vittorio Gallese, neurofisiologo dell'Università di Parma, alla luce delle scoperte attuali, si confrontano sull'esperienza estetica e sulla sua possibilità di influire su una maggiore vivibilità del mondo che ci sta intorno.
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Italiano
Tradizionalmente tendiamo a pensare le discipline umanistiche come nettamente separate da quelle scientifiche, credendo che tra esse ci sia una distanza incolmabile.
In realtà questo dualismo è stato smentito dalla stessa presenza del neurofisiologo Vittorio Gallese a un incontro incentrato sull'arte, sull'estetica e sulla bellezza; insieme a Ugo Morelli, ha infatti mostrato come la storia dell'arte e le neuroscienze possano dialogare e collaborare tra loro, iniziando a far crepare quei muri innalzati nel tempo tra discipline così diverse.
In particolare i due studiosi si sono concentrati sull'influenza dei neuroni-specchio nell'esperienza estetica, mostrando come questi si attivino non solo quando compiamo un'azione ma anche quando vediamo compierla da una persona reale o da un personaggio rappresentato in un'opera d'arte. Da questo fenomeno deriverebbe la forte empatia che si instaura tra lo spettatore e il soggetto del quadro, quell'immedesimazione che ci fa gioire, soffrire, godere e tremare insieme a quell''altro' dipinto che troviamo di fronte a noi.
Morelli e Gallese sono stati capaci in questo modo di svelare come la bellezza, di cui ognuno fa esperienza, non sia solo al di fuori di noi stessi, ma sia qualcosa che può coinvolgerci nel profondo; la sfida sta nel saperla cogliere.
In realtà questo dualismo è stato smentito dalla stessa presenza del neurofisiologo Vittorio Gallese a un incontro incentrato sull'arte, sull'estetica e sulla bellezza; insieme a Ugo Morelli, ha infatti mostrato come la storia dell'arte e le neuroscienze possano dialogare e collaborare tra loro, iniziando a far crepare quei muri innalzati nel tempo tra discipline così diverse.
In particolare i due studiosi si sono concentrati sull'influenza dei neuroni-specchio nell'esperienza estetica, mostrando come questi si attivino non solo quando compiamo un'azione ma anche quando vediamo compierla da una persona reale o da un personaggio rappresentato in un'opera d'arte. Da questo fenomeno deriverebbe la forte empatia che si instaura tra lo spettatore e il soggetto del quadro, quell'immedesimazione che ci fa gioire, soffrire, godere e tremare insieme a quell''altro' dipinto che troviamo di fronte a noi.
Morelli e Gallese sono stati capaci in questo modo di svelare come la bellezza, di cui ognuno fa esperienza, non sia solo al di fuori di noi stessi, ma sia qualcosa che può coinvolgerci nel profondo; la sfida sta nel saperla cogliere.