08/09/2011

INTRIGHI INTERNAZIONALI

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«Gli stati sorgono e tramontano. Il potere non cambia mai»: a volte lo personificano spie e politici di prima razza con molti scheletri nell'armadio; a volte oligarchi della finanza stritolati da perversi intrighi internazionali. Su tutto regna l'inventiva di Robert Harris, autore di thriller fantapolitici ("Fatherland", "Il Ghostwriter", "L'indice della paura") che setacciano il cuore di tenebra dell'umanità, articolando in un avvincente ordito narrativo trame non troppo distanti dai nostri incubi più cupi. Sul palco, insieme a uno degli autori di best-seller più apprezzati del nostro tempo, interverrà il giornalista Andrea Purgatori ("I segreti di Abu Omar").
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Incalzato dalle domande del giornalista Andrea Purgatori, l'inglese Robert Harris, 54 anni, ha presentato in anteprima mondiale al Festivaletteratura il suo ultimo romanzo: il thriller "L'indice della paura" (è l'indice della borsa di Chicago che misura la volatilità, cioè l'imprevidibilità, dei titoli azionari). Già autore di best sellers come "Fatherland", "Enigma" ed "Il ghostwriter", Harris prende questa volta di mira il mondo dell'alta finanza raccontando ciò che accade in una sola notte ad Alex Hoffmann, ricchissimo uomo d'affari che ha scoperto il modo per prevenire e calcolare l'andamento delle borse mondiali. «Il mio romanzo si ispira a "Frankenstein"», ha spiegato Harris. «Anche Hoffman, infatti, ha creato un mostro, un meccanismo complicatissimo che a un certo punto gli si rivolta contro». Per portare a termine la sua opera (Hollywood peraltro gli ha già commissionato la sceneggiatura per la trasposizione cinematografica), Harris ha indagato a lungo nel campo dell'alta finanza, facendosi un'idea precisa: «È un mondo così complicato che persino i banchieri faticano a capirlo e la politica non riesce più a controllarlo. I protagonisti dell'alta finanza sembrano gli adepti di una setta: il loro dio è il denaro, ottenuto manipolando i mercati attraverso i computer. I computer sono perfetti quando le cose vanno bene, ma non sanno affrontare le crisi: in questo caso ci vogliono l'intelligenza umana e il buon senso».

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