09/09/2011

Manuele Fior con Alberto Sebastiani

2011_09_09_140
«L'aspetto grafico è in genere il punto di partenza dei miei libri, nel senso che ho in mente da subito l'immagine che essi avranno, e durante la realizzazione cerco i modi per raggiungerla. Ogni storia ha la sua forma e immagine, il suo battito, in un certo senso sviluppa quell'intuizione iniziale e la organizza in un racconto. Non credo al disegno che serve al racconto«. Manuele Fior si è imposto quest'anno all'attenzione internazionale vincendo al prestigioso Festival di Angoulême il premio per la miglior graphic novel con "Cinquemila chilometri al secondo". Autore di illustrazioni per "The New Yorker", "Le Monde Magazine", "Les Inrockuptibles", oltre che di altri romanzi a fumetti - tra cui una splendida trasposizione de "La signorina Else" - Fior parla delle sue opere e dei suoi progetti con Alberto Sebastiani, docente di Linguistica italiana all'Università di Bologna.

L'evento 140 ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente il suo svolgimento era previsto presso l'Aula Magna dell'Università.
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Italiano
Il grande slam del fumetto. Così Alberto Sebastiani riassume la carriera di Manuele Fior, costellata da vittorie dei più importanti premi europei. La prima opera "Rosso Oltremare" raccontava la storia di Fausto, allucinato protagonista il cui isolamento mentale pian piano cancella lo spazio che lo circonda. Di 'connessione psichica' si parla anche nell'ultima lavoro "Cinquemila chilometri al secondo" (la velocità a cui viaggia la voce nelle comunicazioni telefoniche). Un approccio che tradisce i modelli di Fior: Freud, il Fellini più onirico, Tolkien e Walt Disney.
L'autore invita poi a diffidare di chi snobba il fumetto, soprattutto per quanto riguarda la narrazione. Gli stessi personaggi di Fior non sono né banali né dei burattini, ma sfuggono alle tipizzazioni classiche (buoni e cattivi) e si evolvono nel contesto della trama, stupendo l'autore stesso: se all'inizio della storia il protagonista è un suo coetaneo, nella conclusione Fior si trova a disegnare personaggi «molto più vecchi» di lui!

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