11/09/2011
Yehoshua Kenaz con Lella Costa
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«Senza la compassione non puoi scrivere un romanzo. Senza la compassione le cose non riescono ad essere umane e convincenti». Maestro nel raccontare le esistenze, anche le più misere, con vividezza, rendendole immortali grazie alla letteratura ("Voci di muto amore"; "Ripristinando antichi amori"), Yehoshua Kenaz, insignito di numerosi premi e autore di uno dei romanzi eletti tra i migliori dieci della letteratura israeliana di tutti i tempi, è uno dei più amati e schivi scrittori viventi. Lo incontra Lella Costa.
Con il contributo dell'Ufficio Culturale dell'Ambasciata di Israele in Italia.
Con il contributo dell'Ufficio Culturale dell'Ambasciata di Israele in Italia.
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Come dice Lella Costa, ogni anno al Festivaletteratura le tocca la «quota olocausto». La brillante attrice non ha tutti i torti, ma il connubio tra la sua voce e la letteratura israeliana di Yehoshua Kenaz è troppo bello per rinunciarvi. Dell'autore di "Voci di muto amore", la Costa mette in luce la capacità di fare una letteratura che sa essere universale, oltre cioè i confini di Tel Aviv, e capace di parlare al cuore di tutti. Nei suoi romanzi si nota la profonda sensibilità nel mostrare come il dolore non renda migliori e faccia scaturire una naturale pietà. Come dice Kenaz: «Noi esseri umani siamo costruiti così: quando vediamo qualcuno che cade, dobbiamo andare lì e aiutarlo a rialzarsi». Lo scrittore spesso dissemina i suoi libri di storie minori che poi non completa: fa credito cioè al pubblico della fantasia necessaria per trovare un finale, consapevole che la vita è piena di cose non dette e non risolte. I personaggi di Kenaz, ebrei e musulmani di Tel Aviv, non sono eroi e la questione religiosa è sempre sullo sfondo delle sue storie. E anche la scafata Lella Costa si commuove leggendo il passo del ragazzo musulmano picchiato.