06/09/2012 - Translation slam

Pablo D'Ors con Ileana Pop e Marco Stracquadaini

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Le regole non sono cambiate. Come lo scorso anno, uno scrittore straniero offre la materia del contendere, ovvero una pagina o un brano di una sua opera ancora non tradotta in italiano. Due dei suoi traduttori accettano la sfida, e si impegnano a produrne una versione da sottoporre all'autore in occasione dell'incontro. Saranno l'autore stesso - e il pubblico - a decretare il vincitore, se un vincitore ci sarà. Ma più di tutto appassionerà la sfida, che permetterà di affrontare 'dal vivo' i problemi legati al passaggio da una lingua all'altra e di riconoscere il lavoro di ogni autore (e traduttore) sulla parola.
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Italiano
«Ogni singolo lettore, durante la lettura di un testo, riceve immagini e prova emozioni che sono caratteristiche della sua persona, influenzate dalla sua età, dalla sua personalità e addirittura dal suo sesso. Pertanto, l''impressione' che si può avere alla fine di un capitolo non è mai uguale a quella di un altro.
Non più di una settimana fa, Ileana M. Pop e Marco Stracquadaini, traduttori, ricevevano un capitolo inedito del romanzo che sta ancora scrivendo Pablo D'Ors, scrittore spagnolo molto felice del lavoro che fa, con il 'semplice' compito di tradurlo in italiano. E proprio di fronte a questa realtà si sono trovate queste due persone, ricorrente tutte le volte che traducono: la necessità di indossare una 'maschera' che copra quello che è la loro persona, che se lasciata libera realizzerebbe un'opera influenzata dall'impressione singola, per cercare invece di rispettare lo scrittore.
Qualche giorno dopo i tre si sono ritrovati a Mantova per mettere a confronto le loro opere con l'originale, avviando un dibattito vivace, anche con il pubblico, alla scoperta dei perché che stanno dietro alle scelte effettuate dai traduttori nel passaggio di lingua.
Pablo, sostenendo di essere uno scrittore che si corregge spesso mentre scrive per riuscire ad ottenere frasi e periodi che passino le immagini così come vuole che arrivino, ammette di essersi emozionato sentendo le due diverse traduzioni, ognuna caratterizzata dai tempi e dalle forme che i traduttori hanno deciso di utilizzare, rendendo i loro testi non uno migliore dell'altro, ma semplicemente due lavori distinti.
«Sapere che qualcuno si mette lì e lavora su quello che hai scritto considerando ogni parola, è bello perché significa che il linguaggio non è morto».
Durante l'evento, mentre singoli periodi delle opere venivano confrontate con l'originale, era palpabile l'attenzione posta dai traduttori nel cercare e ricercare i modi migliori per rispettare lo stile dello scrittore, che fossero frasi brevi o giri di parole.
«Tradurre è il modo più intenso di leggere» perché a volte il semplice attacco di un periodo può richiedere più tempo ad essere tradotto in maniera soddisfacente dal traduttore di quanto ne impieghi un'intera pagina.

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