06/09/2012

IL CIMITERO DEGLI IMPERI

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Ancora una volta l'Afghanistan è 'il cimitero degli imperi', come la tradizione ammonisce da secoli. Invano. In quel paese si combatte la prima guerra coloniale del terzo millennio. Kamikaze con l'esplosivo sotto il turbante contro soldati bionici e aerei senza pilota. Valerio Pellizzari, autore di "In battaglia, quando l'uva è matura" parla con il giornalista Giulio Anselmi e il fotografo Mario Dondero di un paese sempre presente nelle cronache, ma in realtà sconosciuto.
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Italiano
Un paese dannatamente complicato, ostile a ogni dominazione straniera, pervaso da un fascino che poco ha a che fare con un'immagine da cartolina. Questo e molto di più è l'Afghanistan visto attraverso gli occhi di uno dei più importanti inviati di guerra, Valerio Pellizzari, a sua volta vittima di quello che viene identificato come il "Mal d'Afghanistan". Nel suo libro "In battaglia quando la natura è matura" l'autore ha ripercorso le vicende di un paese storicamente oggetto delle mire dei più grandi imperi coloniali della storia, da quello inglese di epoca vittoriana a quello sovietico di brezneviana memoria fino all'ultima dominazione, quella americana, scattata all'indomani dell'attentato alle Torri Gemelle. E dalle pagine del libro, presentato al Festivaletteratura da Giulio Anselmi, presidente dell'Ansa e della Fieg (Federazione Italiana Editori Giornali), e dal fotogiornalista di fama internazionale Mario Dondero, emerge un paese sospeso tra guerra, usanze tribali e versione radicale dell'Islam, nel quale dilagano corruzione, inefficienza e sprechi e che può però contare su una diaspora internazionale molto forte e compatta (che regge il paragone con quelle ebraica e armena, altrettanto famose e influenti). E negli episodi raccolti sul campo da Pellizzari emergono tutte le difficoltà incontrate dalle truppe occidentali nell'entrare in relazione con la mentalità spigolosa e diffidente degli afgani e alle prese con un territorio duro, irto di caverne e di percorsi della montagna più aspra e desertica: dagli Humvee 'generosamente donati' al neo-costituito esercito afgano e relegati a meri sgabuzzini in quanto inadatti a muoversi sulle strade afgane fino alle incomprensioni dai risvolti drammatici tra alleati (o presunti tali) come Pakistan e Stati Uniti. Un Vietnam moderno? No, molto di più, e tutto da scoprire.

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