07/09/2012
L'ITALIA RICUCITA
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L'anno scorso erano partiti da Milano ed erano arrivati a Napoli. Poi, un paio di mesi dopo, erano passati dal Festival per raccontare la loro esperienza. Non credevano nemmeno loro di essere riusciti a portare le persone di questo paese tramortito e spaventato a camminare fianco a fianco, a parlarsi, a percorrere un tratto di strada insieme. Così, dopo Cammina cammina, è nato quest'anno Stella d'Italia: un percorso per ricucire l'Italia, perché, come hanno scritto nel loro appello «c'è bisogno di un incontro non solo mentale e ideale ma anche fisico, che renda visibile e che faccia vivere l'immagine e la possibilità di un'unione dinamica riconquistata, dopo anni di intossicazione, di avvilimento e di mancanza di prospettive». Da Genova, Venezia, Roma, Messina e Santa Maria di Leuca hanno raggiunto L'Aquila a luglio. I protagonisti di Stella d'Italia si ritrovano nuovamente a Mantova, per raccontare la loro esperienza 'terremotante' e per lanciare un nuovo appuntamento di cammino e condivisione per il 2013.
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Italiano
L'aula Magna dell'Università ci accoglie nella frescura serale per ascoltare il racconto di un fatto un po' anomalo nell'ambito del Festivaletteratura: una camminata di migliaia di chilometri attraverso lo Stivale, nata dal Progetto "Stella d'Italia", ideato da uno scrittore e portato a termine da un folto gruppo di persone comuni che ne hanno condiviso gli ideali e la pratica. La miglior presentazione di Antonio Moresco è la sua citazione: «come vorresti morire? Da vivo». Nato a Mantova, dopo l'esperienza del collegio religioso e la militanza nella sinistra extraparlamentare, ha cominciato l'apprendistato, come lo definisce egli stesso, di scrittore letterario intorno ai quarant'anni, riuscendo a veder pubblicate le sue opere una quindicina di anni più tardi, in età matura; oltre alla scrittura narrativa, ha sperimentato quella teatrale e saggistica, ha fondato un blog collettivo e una rivista telematico-cartacea. Un personaggio poliedrico e inquieto, dunque, in conflitto tra il pensare e l'agire, che però nella realizzazione del suo ultimo progetto sembra finalmente aver trovato la sua dimensione e la sua collocazione. Per ora. Una Stella di camminatori, di età, professione ed estrazione sociale diversa, partendo da diversi punti del nord e del sud dell'Italia, si è ricongiunta nel cuore dell'Abruzzo che porta ancora le ferite degli eventi sismici; non erano atleti o professionisti del cammino, hanno dormito e mangiato nell'improvvisazione o confidando nell'ospitalità, hanno condiviso la fatica e la gioia, hanno incontrato istituzioni, autorità e stranieri, hanno constatato la decadenza dell'agricoltura al sud e dell'industria al nord; ma hanno anche raccolto testimonianze di umanità e di solidarietà, di rivalsa e di lotta. Hanno soprattutto sperimentato due dimensioni, una interiore e una esterna: primo, camminare è spogliarsi del quotidiano e vivere nell'attimo; l'Italia è diversa da quella presentata nei media, ed è quella che impedisce al paese di andare a fondo. Sono i camminatori stessi a portare le loro testimonianze: «la mia vita è migliorata»; «ho finalmente compiuto un gesto di sana follia»; «ho conosciuto persone straordinarie»; «non avrei mai creduto di farcela»; «sono uscito dall'immobilismo che mi attanagliata»; «quando si cammina siamo tutti uguali»; tutti comunque concordavano nel sostenere che la narrazione parlata non vale l'esperienza vissuta. Qualche dato per capire meglio: in 54 giorni 4000 chilometri percorsi, 1500 passi per ognuno di questi, 1000 camminatori, 6000 persone conosciute, 400 pause per cambiare i calzini, 5000 euro raccolti per finanziare l'iniziativa, 20 euro al giorno spesi per persona, 150 comuni ospitanti, 2 cani terremotati adottati. Antonio Moresco parla per ultimo, manifestando l'intenzione di organizzare un altro cammino denominato "Stella d'Europa", che parta da Mantova per arrivare a piedi a Strasburgo, sede del Parlamento Europeo: Il punto di partenza sarà il sito neolitico dove sono stati rinvenuti gli scheletri abbracciati dei due famosi amanti di Valdaro. Nel momento del congedo porgo ad Antonio una copia della poesia "Elogio dei piedi" di Erri De Luca, chiedendo di leggerla per il pubblico; quando poi, però, gli chiedo di indicare, tra i diciannove punti di elogio indicati dal poeta, quello che gli corrisponde maggiormente, sorride e risponde: «tutti e nessuno, ricordo il dolore e i cerotti».