08/09/2012
DESTINI SEGNATI?
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Nascere donna in Nigeria conduce a un percorso di vita obbligato? Ed essere madre è un requisito indispensabile della femminilità? Leggere e studiare possono offrire a una bambina un destino diverso? Lola Shoneyin, poetessa, scrittrice, insegnante che ha raccontato in Prudenti come serpenti gli aspetti contrastanti della società del suo paese, la Nigeria, ne parla con Michela Murgia.
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La Nigeria è un paese in bilico fra tradizioni antichissime e un mondo metropolitano, contemporaneo che ha fatto propri i costumi occidentali. Nel romanzo di Lola Shoneyin questi due mondi si incontrano quando Bolanle, ragazza che ha avuto l'occasione di studiare e laurearsi, decide di entrare in un nucleo familiare poligamo, che segue le leggi della tradizione. Michela Murgia ha intervistato l'autrice, approfondendo il ruolo delle donne nel romanzo e cosa significa essere donna in Nigeria.
Il fatto che Bolanle, pur avendo gli strumenti per emanciparsi, decida di diventare la quarta moglie di Baba Segi è per noi inconcepibile, ma, ci ricorda Shoneyin, l'essere laureata non implica essere emancipata: poiché se la laurea apparentemente ti apre delle porte, queste si chiudono perché sei una donna. C'è comunque una ragione più profonda dietro la scelta della ragazza. Per lei la famiglia poligama è una via di fuga; ha subito un'esperienza traumatica fisicamente ed emotivamente, che l'ha portata alla depressione, ma non se ne rende conto, dal momento che in Nigeria questa malattia è ancora molto sottovalutata. L'autrice ha voluto pertanto porre l'accento sulla gravità di questa condizione che se non curata può spingere le persone a fare delle scelte ancor più dannose. Inoltre, la linea che separa passato/presente, tradizione/modernità non è così netta; i due mondi si intersecano continuamente, nel bene e nel male. Così troviamo anche uomini istruiti poligami ed, allo stesso modo, quando una coppia non riesce ad avere figli, o ha solo femmine, si tende sempre a dare la colpa alla donna.
Se la cultura in certi casi favorisce il dialogo, per Bolanle è un ostacolo che la rende diversa rispetto alle altre mogli, che credono che sia migliore di loro e pertanto si alleano contro di lei, progettando piani per sbarazzarsene. Il tentativo di Bolanle di mettere la propria cultura a servizio delle altre mogli, offrendosi di insegnargli a leggere e scrivere, peggiora ancor di più la situazione.
Sbarazzarsi della tradizione è difficile per le persone che ne sono vittime, le mogli avrebbero la possibilità di disinnescare il potere di Baba Segi, ma non lo fanno, perché ciò significherebbe mettere in discussione l'intero sistema attorno al quale ruota la loro esistenza e su cui si basa la loro sicurezza. È necessario l'intervento del medico, una persona esterna che non accetta la legge del silenzio, per svelare la verità. Quando ciò accade l'intera esistenza di Baba Segi va a rotoli, poiché come per la donna, il potere dell'uomo si basa sull'avere figli, al punto che noi non conosciamo mai il nome dell'uomo, che viene identificato unicamente come «padre di Segi», mentre la moglie è Iya Segi, «la madre di Segi». Alla fine del romanzo, tuttavia, contrariamente a quanto accade nella maggior parte dei casi, Baba Segi è abbastanza saggio da comprendere la situazione e accettare il proprio destino.