08/09/2012 - Scritture giovani

SCRITTURE GIOVANI

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Secondo round con le nuove leve della letteratura europea. A discutere su come si inizia a scrivere e, soprattutto, perché ('why?' è il tema con cui i giovani autori si sono cimentati per il loro racconto) saranno la tedesca Antonia Baum, autrice di Volkommen leblos, bestenfalls tot, e il poeta gallese Eurig Salisbury, insieme a Etgar Keret, narratore israeliano della generazione precedente a quella di "Scritture Giovani".

Conduce la giornalista Chicca Gagliardo.


Con il contributo di British Council, Goethe-Institut Mailand e Wales Literature Exchange.

L'evento Scritture Giovani di Sabato 8 Settembre ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma. Originariamente non era prevista la partecipazione di Francesca Scotti.
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Sono stati Eurig Salisbury e Antonia Baum ad animare l'ultima serata di "Scritture Giovani" 2012. In compagnia di Chicca Gagliardo, i due giovani autori hanno avuto nello scrittore israeliano Edgar Keretun interlocutore d'eccezione. I perché che ruotano intorno alla scrittura, all'ispirazione creativa, al ruolo dello scrittore stesso, hanno rappresentato il filo rosso della discussione. La tedesca Antonia Baum non vede alternative alla sua attività di scrittrice, per lei è una passione totalizzante, mentre il gallese Eurig dà una risposta precisa alla domanda sui motivi per i quali scrive: «Ho iniziato a scrivere per lanciare una sfida agli scrittori più anziani di me con cui non ero mai d'accordo». Keret racconta il suo suggestivo universo letterario consigliando a tutti i giovani autori di scrivere solamente per il piacere di farlo e di non guardare, se pubblicati, al numero di copie vendute. Un punto di vista slegato dalle logiche di mercato quello di Keret, utile, a suo parere, per riappropriarsi di una specie di purezza letteraria, libera da tutto, necessaria per narrare una storia. Lo scopo principale di mettere su carta le vicende di alcuni personaggi è il fatto di essere letti da qualcuno, non di essere pubblicati. La differenza può sembrare sottile o addirittura inesistente, ma non è così. «Volevo sempre essere letto, non necessariamente pubblicato. Le prime cose che scrivevo le fotocopiavo e le distribuivo ai miei coinquilini, ero già felice così». Per Antonia Baum scrivere è comunicare, nella fase di elaborazione vera e propria lo scrittore è solo in seguito che il giudizio degli altri diventa importante. Eurig Salisbury non ha paura di raccontare che in un certo senso la scrittura è un'occupazione vanesia, poiché c'è sempre l'intenzione di essere letti e di ricevere commenti positivi. Eurig è essenzialmente un poeta, la poesia gli offre possibilità ed emozioni diverse: «Leggo spesso poesia in pubblico, è possibile che capiti di perdere la copia cartacea della poesia letta e quindi dimenticarsela e pregiudicarne una possibile pubblicazione. Ma non importa, perché ho già realizzato gran parte di quello che volevo. Ho scritto. Ho letto davanti ad un pubblico. Tutto ciò mi basta». C'è un perché più grande poi e riguarda le ragioni stesse della letteratura, il perché della sua esistenza, i tratti che la caratterizzano: «la buona letteratura ha sempre a che fare con l'ambiguità - racconta Keret - ma alla fine rappresenta sempre un porto sicuro, che ci permette di arginare questa pericolosa e oscura ambiguità». Lo spirito di queste edizione di "Scritture Giovani" si racchiude tutto nel ringraziamento finale di Chicca Gagliardo al pubblico presente, numerosissimo in tutte le serate nonostante gli autori non siano affermati al grande pubblico. Una fiducia piena riposta verso i giovani scrittori, verso il futuro della letteratura, verso la freschezza di tutto ciò che è nuovo.

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