09/09/2012 - Extralab

TWITTER PER LETTERATI

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L'industria editoriale sembra incapace di interpretare le novità che vengono dal web in relazione alle modalità di narrazione e alla realizzazione di nuovi progetti letterari. Se l'e-book non è altro che un formato poco diverso dal libro tradizionale, con Facebook, Twitter e gli altri social network si assiste a un tipo di racconto che privilegia il flusso continuo, insieme all'individuazione di idee e argomenti per nuove opere attraverso il confronto in rete. Serena Danna, esperta di culture digitali, cerca di offrire un panorama delle esperienze in atto in quest'ambito in Italia e all'estero.
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Italiano
Esiste da qualche tempo uno strano termine che circola nel mondo dei social network: 'twitteratura'. Questa parola non è altro, ovviamente, che la fusione tra Twitter e letteratura. È un vocabolo figlio della rivoluzione digitale e rappresenta il tentativo sperimentale, d'avanguardia potremmo dire, di creare contenuti letterari limitati ai 140 caratteri del social network dei cinguettii. L'"Extralab" tenuto da Serena Danna, giornalista culturale del "Corriere della Sera", si è incentrato su tutto ciò che ruota intorno a questo argomento. Dai primi esperimenti di due ragazzi americani ai primi tentativi italiani nel 2009, promossi dal "Domenicale" del "Sole24Ore", la creazione di contenuti letterari in forma di tweet è un tema che interessa e incuriosisce tutti, specialmente quando a cimentarsi in ciò sono autori celebri. A questo riguardo è significativo, in negativo, l'esempio di Rick Moody. Lo scrittore americano alcuni anni fa elaborò un romanzo per Twitter. La sua scarsa dimestichezza con il social network e il non avere una base consolidata di followers ne determinò il fallimento. In realtà, racconta Serena Danna, sono pochissimi gli autori che fanno della vera produzione letteraria su Twitter. La maggioranza degli scrittori anzi, specie i più celebrati e famosi, attaccano i social media considerandoli come mezzi stupidi. I giovani scrittori sono molto più ricettivi dei loro colleghi attempati, l'esperimento de "La Lettura" del "Corriere della Sera" di qualche mese fa, esperimento che si proponeva di riscrivere il Titanic in 70 tweet, è stato affidato ad un autore emergente ed ha avuto un buon seguito. L'uso di Twitter come mezzo per fare polemiche, dibattiti o semplici promozioni di libri è comunque ancora prevalente anche se non si può negare che i social network abbiano rappresentato una grande evoluzione rispetto ai 'vecchi' blog. «Se penso ai blog letterari degli anni passati penso a luoghi autoreferenziali. I social network hanno fatto esplodere il dibattito culturale amplificandone la portata», dichiara la giornalista. Si può essere più o meno d'accordo sul valore culturale di questi tentativi (e alcuni dei presenti all'"Extralab" hanno mostrato delle perplessità) ma l'intenzione di creare un nuovo tipo di linguaggio creativo va comunque apprezzata e studiata con attenzione. È fondamentale poi che sia l'utente che interagisce con i vari tentativi di produzione letteraria ha filtrare ciò che è realmente buono da ciò che ha solo una pura valenza di marketing, una sorta di vetrina per vendere meglio uno scrittore. Anche il numero dei followers è relativo secondo la Danna, ciò che conta su Twitter è la qualità dell'identità di chi ti segue.

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