09/09/2012

Anita Nair con Lella Costa

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Anita Nair è la rappresentante più significativa delle scrittrici indiane contemporanee. Tema ricorrente nei suoi libri è lo scontro tra modernità e tradizione in India. La prosa musicale e poetica de Il satiro della sotterranea contiene i colori e i sapori di leggende moderne; sono invece donne che vogliono ribellarsi alla violenza le protagoniste di L'arte di dimenticare e Cuccette per signora. Con il suo ultimo La ferocia del cuore, Nair sceglie la via del giallo per esplorare l'India dei bassifondi. Dialoga con lei l'attrice Lella Costa.
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Quest'anno festivaletteratura ha avuto l'occasione di ospitare una delle più importanti autrici della narrativa indiana contemporanea, che con le sue opere è riuscita a farci sentire un continente così lontano come l'India, estremamente vicino. L'ultimo libro di Anita Nair è però diverso da quelli scritti precedentemente, romanzi che ci proponevano figure di donne forti, combattenti o sull'orlo del cambiamento. "La ferocia del cuore" è un noir che ha per protagonista l'ispettore Gowda, investigatore eccezionale, ma uomo pieno di dubbi sulla sua vita e su se stesso che nel corso del romanzo non solo troverà il serial killer, ma scoprirà anche il suo vero io. Una scelta, sia per genere che per tematiche, insolita per l'autrice, eppure «sono i libri che decidono da chi farsi scrivere», non il contrario. Tutto ha preso origine da un'immagine: nel 2010 si trovava a Roma e aveva appena finito "L'arte di dimenticare", quando nella sua mente comparve l'immagine di un uomo vestito da donna e decise che quella doveva essere la scena iniziale del suo libro. L'ispettore Gowda si riallaccia a una tradizione letteraria di uomini di legge che pur operando dentro un sistema istituzionale lo criticano profondamente e sono in grado di cambiare le proprie opinioni sul mondo. L'autrice si è ispirata per la costruzione della storia ad alcuni grandi maestri del giallo e certamente Gowda incarna uno stereotipo, ma come ogni stereotipo contiene un briciolo di verità: nelle sue ricerche per il romanzo ha infatti avuto modo di incontrare diversi commissari dalla doppia faccia, una in commissariato e una al di fuori del lavoro e proprio grazie a loro, che si sono aperti e le hanno raccontato i retroscena della polizia indiana ha potuto creare Gowda. Mentre nei romanzi precedenti le protagoniste erano le donne, in quest'opera il tema 'da salvare' è rappresentato dagli eunuchi. Presenti in tutta l'India, soprattutto nelle grandi città, non godono però di una posizione riconoscibile e rispettabile all'interno della società. Non possono avere un lavoro vero e per questo sono costretti a mendicare, prostituirsi o diventare criminali. Anita Nair non pretende certo di cambiare le cose, ma vuole con il suo libro porre l'accento sull'atteggiamento della società indiana nei confronti di queste persone. L'autrice ha infine rassicurato i fan dell'ispettore Gowda, affermando di voler fare di lui il protagonista di una serie di libri.

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