09/09/2012 - La compagnia della lettura

LIBRI DI SCENA. UN TEATRO DI LETTURE

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Episodio primo: libri di libri

La Compagnia del Libro coordinata da Luca Scarlini

Il Festivaletteratura presenta una compagnia di lettori che affronta storie legate a un fil rouge nel corso del Festival. Il tema è il libro e la lettura, declinati nelle mille possibili avventure che questo atto ha offerto nel corso della storia. Persone che amano la lettura e che si avvicinano a questa pratica da punti diversi e per differente intento, tra il puro piacere e l'intervento sociale, propongono una serie di testi, noti e rari, dedicati a questo argomento. Da La lettura di Cechov, a Leggere Hegel in Siberia di Foldeny, da Petronio Arbitro a Paolo e Francesca, un vero e proprio viaggio nel mondo della lettura, che verrà presentato agli spettatori del Festival in varie repliche nel corso della giornata.
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Ho sempre pensato che la lettura fosse un atto privato, un bisogno intimo, non condivisibile, un estraneamento dal mondo. Non ne conoscevo la dimensione collettiva, sociale, pubblica. Avevo dimenticato quanto fosse meravigliosa, amorevole, la voce di mia madre, mentre mi leggeva le favole della buonanotte, sempre le stesse, i fratelli Grimm, Andersen, Collodi. Ritrovo quel piacere, quell'ascolto non solo di udito ma di cuore, ritrovo la voce di mia madre, ritroviamo tutti le voci delle nostre madri, tutti emozionati, tutti dimentichi delle sensazioni che ci regala chi scorre le pagine, le righe, e le recita per noi, proprio come gli aedi, i cantori dell'antica Grecia. Nel mattino dell'ultimo giorno di quest'edizione di Festivaletteratura, sotto la tenda libri di Piazza Sordello, l'alternarsi dei timbri di Maria Chiara, Cristiano, Stefano e Maria Teresa, membri della "Compagnia del Libro", ci trascina attraverso le vicende di "84, Charing Cross Road", romanzo di Helene Hanff. «Mi piacciono moltissimo i libri usati, che si aprono alla pagina che l'ignoto proprietario precedente apriva più spesso»: è questo il motivo che spinge l'autrice ad intraprendere una relazione epistolare, durata vent'anni, con Frank Doel, dipendente di una libreria antiquaria di Londra. In questo susseguirsi di lettere cariche di passione verso ciò che rimane scritto, in questa corrispondenza serrata di riflessioni sulla letteratura, ognuno di noi riesce ad immedesimarvisi: semplicemente chiudendo gli occhi, possiamo sentire lo scampanellio dei battenti del negozio del signor Doel, e ci sembra quasi di vederlo, chino su una pila di libri dal dorso impolverato, rilegati in pelle, mentre li sfiora, li ammira, li ama. Li ama anche Helene, quei libri, tanto da considerarsi «vagamente in colpa al pensiero di possederli», perché le loro pagine sono di nessuno e di tutti, di ognuno di noi, di chiunque, leggendo, provi un'emozione, ritrovi se stesso si perda in un ricordo. I libri devono circolare, devono passare di mano in mano, devono essere letti ad alta voce, che sia in Piazza Sordello, o ai giardini, o sulla Luna. Ci sono forme di altruismo tanto sottili da non poter essere insegnate: provocare una risata è atto di fede quanto una preghiera, leggere per gli altri è sacrosanto quanto un'opera di carità.

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