Non è facile immaginare gli "Ossi di seppia" di Montale sulla sabbia bianca di un spiaggia cubana. C'è in Montale poco o nulla della sensualità e del sentimentalismo dei boleros, eppure Atilio Caballero Menéndez - poeta, drammaturgo e romanziere - ha tradotto a Cuba opere di Montale e di molti dei grandi poeti del Novecento italiano: Caproni, Luzi, Zanzotto, Magrelli. Insieme a Laura Scarabelli e Mario Artioli cercherà di ricostruire un ponte poetico tra l'Italia e la sua Cienfuegos, scovando le tracce di italianità sparse nella sua opera.
L'evento "Montale ai Caraibi" ha subito variazioni rispetto a quanto riportato sul programma.
Originariamente era prevista la presenza di Mario Artioli, sostituito in seguito da Antonio Prete.
«Questa sera» introduce Laura Scarabelli «cercheremo di creare un ponte tra l'Italia e Cuba, un ponte che si riassume nella persona di Atilio Caballero Menendez». Atilio Caballero Menendez si appassiona alla letteratura italiana contemporanea a Varese, dove si era trasferito per alcune collaborazioni teatrali. Inizia a tradurre qualche testo per gli amici più stretti e dopo qualche anno viene contattato da un editore cubano per una collaborazione. La sua prima traduzione per il pubblico di l'Havana è un libro di Magris, che riscuote un successo davvero inaspettato. Ha continuato traducendo Zanzotto, Montale, Luzi, portandoli tutti 'ai caraibi'. Prima del suo lungo lavoro di traduzione a Cuba si conoscevano pochissimi autori italiani; Petrarca, Dante o al massimo Calvino. I contemporanei, che a volte sono poco conosciuti dagli stessi italiani, non si leggevano affatto. Lo stesso, d'altronde, vale per gli autori cubani, che in Italia sono praticamente sconosciuti. Per questo servono persone curiose e coraggiose - persone come Menendez - in grado di creare ponti. In questo senso il lavoro di un traduttore diventa quello di un vero e proprio mediatore culturale. Così come Fernanda Pivano è diventata sinonimo di beat generation in Italia, forse Menendez lo sarà di letteratura italiana a Cuba. Una traduzione non è una semplice trasposizione linguistica, ma un vero e proprio atto di creazione in dialogo con l'autore. Nel Luzi, Montale, Magris che arriveranno 'ai caraibi' non potranno che restare delle tracce del Menendez poeta e scrittore e della sua grande passione per il loro lavoro. Per Menendez la mutua conoscenza degli autori contemporanei è estremamente importante. È stata una sfida per lui portare dei libri come quelli di Magris che hanno un'atmosfera buia, quasi tenebrosa, in un paese dei Caraibi in cui il pubblico ha gusti e immaginario completamente diversi. «È stato un grande esperimento» commenta. Un esperimento che gli ha permesso di ritrovare tra le due letterature delle tracce comuni, «come dei fili che si toccano». A volte le zone di contatto sono evidenti, altre volte si tratta solo di accenni, di un uso del verbo o di un tema che ricorre. Ha scoperto così che alcuni poeti contemporanei italiani, come Luzi o Montale, sono straordinariamente vicini ai colleghi caraibici.