05/09/2014

TRA LE ROVINE DEL CASTELLO DI CARTE

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Nessun autore ha saputo raccontare la Spagna del boom e del posteriore crollo economico come Rafael Chirbes. Con la prosa dura, torrenziale e commovente dei suoi affreschi corali, Chirbes è riuscito a descrivere le angosce e le incertezze di chi si è trovato all'improvviso tra le rovine di un castello di carte. Nelle motivazioni del Premio della Critica, che con Sulla sponda ha vinto per la seconda volta in sette anni, i critici spagnoli hanno scomodato addirittura due padri nobili del realismo letterario come Victor Hugo e Charles Dickens, a testimoniare l'importanza della sua opera. Dialoga con lui lo scrittore, e traduttore del suo ultimo romanzo, Pino Cacucci.
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Al Teatro Ariston lo scrittore spagnolo Rafael Chirbes ha incontrato non solo il pubblico dei suoi lettori venuti ad ascoltarlo, ma anche, per la prima volta, Pino Cacucci, traduttore del suo ultimo romanzo, che lo ha presentato e intervistato in questo evento. L'occasione è l'uscita del nuovo romanzo di Chirbes "Sulla sponda", che, come afferma l'autore, più che raccontare la crisi economica spagnola, che pure fa da sfondo alla vicenda, si incentra sugli stati d'animo, sull'identità, gli ideali e le esperienze del protagonista Esteban e non solo. In fin dei conti, il compito di descrivere gli eventi appartiene ai giornali, mentre prerogativa della letteratura è parlare dell'interiorità. Citando Bertold Brecht e leggendone una poesia, Chirbes ha paragonato il lavoro manuale e il lavoro del poeta, nonché i loro prodotti, le case e i libri: entrambi sono espressioni esterne dell'animo umano, in quanto bellissime ma anche fragili, poiché qualsiasi incidente esterno rischia di farle cadere. Il discorso dell'autore ha toccato anche il tema del linguaggio: secondo Chirbes, la lingua non deve contenere trappole, ma deve essere chiara e rappresentare la realtà. Purtroppo, però, al giorno d'oggi il linguaggio che ci viene trasmesso 'dall'alto' è pieno di ipocrisie e frammentato, e ci trasmette quindi informazioni parziali che non permettono di capire al meglio l'attualità e il mondo che ci circonda. Forse per questo motivo, ci troviamo oggi in una società fatta di solitudine, di persone che hanno perso lo scopo nella vita e vivono solo di una propria, effimera realizzazione personale. È necessario ritrovare un linguaggio 'dal basso', che riconduca a una visione unitaria e coerente del mondo. Chirbes non ci offre però una soluzione semplice per risolvere i problemi della società. Nei suoi romanzi, ammette lo scrittore, il male trionfa, perché il male fa parte della vita. Ma ciò che è davvero importante, e che ci offre un barlume di luce in questa apparente oscurità e impossibilità di trovare un senso, è resistere e opporsi a questo male, «lasciarlo fuori dalla porta di casa». In questo consiste la dignità dell'uomo.

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