07/09/2014
Sebastiano Vassalli con Piero Dorfles
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«Per cercare le chiavi del presente, e per capirlo, bisogna uscire dal rumore: andare in fondo alla notte, o in fondo al nulla». Sebastiano Vassalli è un autore che ha sempre creduto nella storia e nelle storie. In una società dimentica e sorda, lo scrittore ha per Vassalli il compito di riportare in vita il passato per illuminare il nostro tempo e affrontare con consapevole disincanto la nostra vita. La chimera, Marco e Mattio e il più recente Terre selvagge, che rievoca i tempi della battaglia dei Campi Raudii tra Cimbri e Romani, sono romanzi di ampio respiro, che mostrano una mai sopita passione per gli aneliti, le paure, le sofferenze che muovono e segnano le vicende umane. Dialoga con Sebastiano Vassalli il giornalista Piero Dorfles.
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Italiano
Sebastiano Vassalli, autore di libri ormai classici come "La chimera" e "La notte della cometa", è una figura importante nel panorama letterario dell'Italia contemporanea. L'intervistatore è Piero Dorfles, presentatore di vari programmi televisivi di divulgazione letteraria. «Per inquadrare l'opera di Vassalli» - esordisce Dorfles - «si possono citare i tratti principali del lavoro dei grandi scrittori: ogni suo libro è diverso dagli altri e il suo sguardo è capace non soltanto di trascendere il presente, ma soprattutto di superare il passato prossimo». Lo spunto per la conversazione mantovana nasce dall'ultimo libro pubblicato dallo scrittore, "Terre Selvagge", che racconta del tempo in cui la popolazione dei Cimbri (di origine nordeuropea) discese attraverso l'Europa fino a sfidare l'esercito romano. Si tratta di un evento reale, storicamente accaduto ma lasciato passare in secondo piano da tanta storiografia. Certezze ce ne sono poche, in verità: la partecipazione di Mario e di Silla (con responsabilità diverse) sul fronte dei Romani e il nome del capo dei Cimbri, attestato sia da Tito Livio sia da Plutarco. (Anche se, come sovente accade per il mondo antico, la documentazione rimasta è soltanto quella scritta dai vincitori). Vassalli, affascinato da questa vicenda, nel suo libro la indaga con uno sguardo da antropologo. Già ne "La Chimera", in fondo, lo scrittore aveva avuto occasione di approfondire un episodio di una storia quasi sconosciuto raccontando di Antonia, 'strega' del seicentesco villaggio padano di Zardino. Proprio quest'anno il libro verrà ripubblicato in una nuova edizione, con una postfazione dell'autore che conferma il suo interesse per il tema della stregoneria, e soprattutto per la ripresa della persecuzione contro le streghe nel mondo occidentale cristiano del Seicento. Sostiene Vassalli che in quell'epoca di afflato controriformista «si è aperta una faglia» non solo nella religione cattolica, ma pure nella definizione dei rapporti fra i sessi: qualcosa che a tutt'oggi resta irrisolto e che molto incuriosisce lo scrittore.
Così, nel ripercorrere le tappe del suo cammino letterario, Sebastiano Vassalli si dichiara allievo di Omero, «che» - beato lui! - «non scriveva». Il pericolo peggiore - dice - per chi di mestiere scrive è costruire troppe teorie sulle proprie parole: «io sono uno che racconta storie, costruire teorie non è il mio pane».