09/09/2016
COINQUILINI POETI
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«I poeti prendono le parole di tutti e le portano a vedere il mondo» ha scritto Nicola Gardini, «caricandole di storie e di storia. Danno alle parole un nome. Per questo si ha bisogno dei poeti. Vivian Lamarque è completamente all'altezza di questo grandioso compito». Giunta con "Madre d'inverno" a una nuova raccolta, Lamarque dimostra ancora una volta il suo amore per la vita e per la parola. La sua capacità di saper «fare molto con poco», le consente di giungere - con una tecnica che non si distingue dalla naturalezza - a una varietà di toni che raramente si ritrova in altri poeti italiani contemporanei. Al Festival Lamarque saluta l'esordio di Giorgio Ghiotti ("Estinzione dell'uomo bambino"), autore di poesie «alcune come lui giovanissime, molte di più già mature, quasi anziane, comunque già capaci di volare». Dialoga con loro il critico Daniele Piccini.
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