08/09/2018
LA METAMORFOSI DI UNA PAROLA
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Come asseriva Milan Kundera: «C'è solo un metodo per comprendere i romanzi di Kafka. Leggerli, come leggiamo dei romanzi», senza abbandonarsi alla fitta esegesi della sua opera e senza farsi spaventare dall'accezione sinistra che ha assunto nel tempo l'aggettivo "kafkiano". E, semplicemente godendo della sua lettura, Adriano Sofri incappa in una stranezza del testo, un misterioso errore di stampa (ma lo è davvero?) che accende la sua curiosità, conducendolo in un giro del mondo attraverso le innumerevoli traduzioni della Metamorfosi, per rintracciare l'origine di una singola parola che appare improvvisamente e lo porta a scavare nei diari dell'autore praghese e nelle lettere all'amata Felice. Della avventurosa ricerca intorno a questa intrusione linguistica, l'autore di Una variazione di Kafka discute insieme a Giorgio Fontana (che nel 2012 al Festival ha tenuto l'accento Kafka non era un kafkiano), esperto dell'opera dello scrittore boemo.
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