04/09/2019
ENRICO DETTO ERRI
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Alpinista, amante della montagna, traduttore di yiddish ed ebraico antico, autista di convogli umanitari, scrittore, attivista politico, giornalista, volontario durante la guerra civile nella ex-Jugoslavia... la figura di Erri De Luca è multiforme e forse impossibile da raccontare in poche righe, ma certamente da quando nel 1989 uscì Non ora, non qui – il suo romanzo d'esordio – l'autore napoletano ha saputo rispondere alle "domande" che il periodo storico gli presentava, trattando i temi più disparati nei suoi romanzi (Il peso della farfalla, In nome della madre, I pesci non chiudono gli occhi, Impossibile) e riuscendo a coniugare le due anime che lo abitano: lo spirito battagliero – «ho bisogno di una buona causa per essere messo in moto», afferma – e quello contemplativo, che lo porta a scrivere «su quaderni a righe storie che escono alla lentezza e al fruscio della penna su carta. Non scrivo seduto ad un tavolo ma sulle ginocchia. Scrivo prima che spunti il giorno».
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