09/09/2022

LA MIA PATRIA È LA LINGUA

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A volte, quando le voci della cronaca si spengono per puntare i riflettori su vicende sempre nuove e differenti, la letteratura può essere un faro che getta nuova luce su frammenti della Storia che non andrebbero dimenticati. Così accade con le opere di Usama Al Shahmani (In terra straniera gli alberi parlano arabo, La piuma cadendo impara a volare), iracheno trapiantato in Svizzera che nei suoi scritti mescola una delicata riflessione sul concetto di identità e integrazione a una precisa narrazione storica, dipingendo un Iraq che per molti occidentali era quasi scomparso dopo la caduta del regime di Saddam Hussein: «La cosa che il mondo ignora dell'Iraq sono i giovani che hanno dai venti ai trent'anni, che hanno una forte speranza e una forte ambizione, che scrivono e manifestano, che vogliono vivere come qualsiasi altro giovane, a Milano o a Zurigo. L'Europa non sa che il 60% degli iracheni ha meno di trent'anni, il che è una forza maggiore del petrolio o del commercio, perché rappresenta la forza del pensiero». Parla con lui la scrittrice e giornalista Nadeesha Uyangoda (L'unica persona nera nella stanza).
L'autore parlerà in tedesco, con interpretazione consecutiva in italiano.
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