LE COSE DEL PASSATO ESISTONO
«Perché noi viviamo due vite, entrambe destinate a finire: la prima è la vita fisica, fatta di sangue e respiro, la seconda è quella che si svolge nella mente di chi ci ha voluto bene» scriveva Emanuele Trevi in Due vite, libro vincitore del premio Strega nel 2021. Nel 2007, con Invasioni controllate, aveva avviato un dialogo a quattro mani col padre Mario Trevi – «attentando alla sua proverbiale riservatezza» –; e anche ora che il celebre psicoanalista junghiano è venuto a mancare, la sua figura continua ad aleggiare tra le pagine dello scrittore e critico che, trasferitosi a vivere in quello che una volta era lo studio del padre, ha intrapreso con La casa del mago un viaggio nella memoria, ora divertito, ora doloroso, per donare una seconda vita a quella figura «misteriosa e distaccata, che non aveva bisogno della compagnia degli esseri umani». Di questo dissacrare il sacro attraverso la scrittura e del potere di quella casa ereditata che si fa «antro del mago» l'autore discute insieme all'amico e scrittore Francesco Piccolo.