LA TENEREZZA DELLA NARRAZIONE
«Per essere senza parole io... potete ben immaginare...». Così scherzava Lella Costa nel 2012, parlando della folgorazione provata con la lettura e la scoperta delle opere di Olga Tokarczuk, quell'anno ospite insieme all'attrice italiana di un evento al Museo Diocesano. Dopo più di dieci anni, insignita nel 2018 del premio Nobel per la Letteratura, la scrittrice polacca (I vagabondi, Guida il tuo carro sulle ossa dei morti) torna a Festivaletteratura per raccontare al pubblico di Mantova come questa decade abbia influito sulla sua cifra stilistica e sul suo pensiero. E, se è vero che la vittoria del Nobel le ha regalato la libertà «di scrivere tutto ciò che voglio e come voglio», è altrettanto vero che non sono cambiate ossessioni e tematiche che da sempre hanno attraversato la sua opera, siano esse i confini (fisici e ideologici) o la questione ambientale e femminile, alimentate come un fuoco dalle attuali politiche ultra-conservatrici e sovraniste del suo paese d'origine. Incontra l'autrice di I libri di Jakub il giornalista Wlodek Goldkorn (L'asino del Messia).
L'autrice parlerà in polacco, con interpretazione consecutiva in italiano.
Polacco