Schultz, Philip
«Che diritto avevo io, figlio unico di emigranti, gente di classe operaia priva d'istruzione, di voler essere poeta, addirittura immaginarmi in un mondo così grandioso?». La vita di Philip Schultz (Rochester, 1943) è costellata di asperità e sorprese: pessimo studente da bambino, con marcate difficoltà di lettura e comprensione, solo molti anni più tardi scopre d'esser stato dislessico, rievocando il suo passato nel memoir La mia dislessia (2016). Si accosta al mondo della letteratura attraverso autori come Walker Percy, Ernest Hemingway, J.D. Salinger e Saul Bellow, cimentandosi nella stesura di romanzi più volte rifiutati dagli editori e riconoscendosi a stento nella scrittura poetica, nonostante la sua prima raccolta di componimenti, Like Wings (1978) sia risultata finalista al National Book Award. Nel 1984 pubblica un'altra raccolta, Deep Within the Ravine, seguita da un lungo silenzio in cui nascono, nondimeno, tre nuove opere: The Holy Worm of Praise (2002), Living in the Past (2004) e Failure (2007), da cui è tratto Erranti senza ali (2016), un poema in quattro parti in cui «un dog-walker di New York, alter ego dell'autore, esprime una sua filosofia minima di vita, una visione dal basso, ad altezza di cane» (Paola Splendore). L'insieme di questi lavori, successivamente raccolti nell'antologia The God of Loneliness (2010, tradotta in Italia nel 2018), vale al poeta statunitense il Premio Pulitzer per la poesia. Nel 2014 l'editore W.W. Norton ha pubblicato il romanzo in versi The Wherewithal, seguito nel 2018 dalla raccolta Luxury. Nel 1987 Schultz ha fondato a New York il Writers Studio, una scuola di scrittura che dirige tuttora.
(foto: © Leonardo Céndamo)