04/09/2003

VOCI DI VOCABOLARIO -
 1. Pietro Formentini con Silvio Perrella


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Una lingua viva cammina sulle gambe di chi la usa e le voci del vocabolario hanno il suono delle nostre voci. Ma che rapporto ha con il vocabolario chi fa delle parole il proprio mestiere?
 Silvio Perrella lo chiede oggi a Pietro Formentini, autore di filastrocche e poesie per ragazzi ("C'era c'è e ci sarà"; "Polpettine di parole").

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Italiano
È stato inaugurato questo pomeriggio alla Loggia del Grano il ciclo di incontri presentati da Silvio Perrella ed ispirati dal mercante di parole per eccellenza: il vocabolario. Il poeta, nonché autore di filastrocche, Pietro Formentoni, del vocabolario si serve come conviene ad ogni poeta, ovvero come mezzo di invenzione e risorsa infinita di termini che acquistano nelle sue mani un significato originale o, come egli lo definisce, «interiore», determinato dal diverso modo in cui essi prendono vita e vengono posti in relazione tra loro nelle sue composizioni. Formentini rivolge le sue poesie principalmente all'attenzione dei bambini, perché essi possiedono un linguaggio innovativo e spontaneo prima di padroneggiare quello degli adulti, più appropriato e forbito. Il genere della composizione in versi viene preferito dall'autore poiché essa rappresenta la più magica delle invenzioni, in cui le parole non riproducono le cose ma diventano esse stesse cose, e della realtà che ogni giorno si ripresenta di fronte ai nostri occhi evocano l'intimo segreto col semplice ausilio di piccole immagini, vive e fertili come la fantasia dei bambini.

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